Il fuoco non perde mai è il titolo di un racconto action-thriller di Dario Tonani, questo mese in coda al romanzo Balkan bang! di Alberto Custerlina, in edicola per Segretissimo. Vero e proprio corsaro dei generi, Tonani è un autore molto prolifico, la cui produzione annovera diversi racconti (fra gli altri, possiamo ricordare il racconto horror futuribile Necroware, apparso nell’antologia In fondo al nero, curata da Gianfranco Nerozzi per Urania), e due romanzi – usciti sempre sotto l’egida della collana mondadoriana – Infect@ e L'algoritmo bianco, sospesi tra la fantascienza e il noir.
Il crossover, la fusione tra generi letterari, è una pratica controversa, sostenuta da uno stuolo di autori e lettori quanto avversata da un folto popolo di detrattori, da individuare soprattutto tra gli appassionati più oltranzisti. Dario Tonani, fresco di pubblicazione di quest’ultima – folle e allo stesso tempo affilata – scheggia contaminata, soddisfa la curiosità di entrambe le fazioni raccontando perché a un autore di fantascienza viene voglia di cimentarsi con l'action thriller e se, una volta tentato l'esperimento, si riesce a tornare indietro: "Perché? P
Nessuno. Fuori da ogni retorica, la fusione di registri, scenari e immaginari è una grande opportunità di aumentare il potenziale espressivo e le chiavi interpretative di un testo. Del resto, la letteratura, come la musica, è fatta di canoni: ragionando per canali univoci, i Beatles sarebbero rimasti un gruppo di freaks squattrinati nella loro Liverpool. Il crossover è sterile solo quando diventa, appunto, un’etichetta. Ma questo non è il caso di Il fuoco non perde mai, in cui la fusione avviene tra thriller e un certo folle sense of wonder tipico di autori come Richard Matheson. Anche se Tonani si schermisce, riportando l’esperimento su livelli tutt’altro che pretestuosi e presuntosi: “Ho messo forse un po’ di sense of wonder nel far atterrare un aereo su un’autostrada: un pizzico di cinema, direi, di quel buon sano blockbuster che rende ogni storia un’orgia per gli occhi (e una tomba della verosimiglianza). Ma dovete sapere che vivo a poco più di due chilometri in linea d’aria dalle piste di Linate, e poi gli effetti speciali in genere mi fanno impazzire. Musica e tartagliare d’armi sparate dalle casse idem! Ecco, Il fuoco non perde mai è una storia così, esce dalle pagine urlando, in un diluvio di bossoli e pallottole…”
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