C’è una vita dopo la morte?
Ogni volta che mi capita di imbattermi in un libro in cui ci sono bambini cado un po’ in apprensione. Soprattutto quando essi vengono rimarcati nel titolo e magari pure sulla copertina. Come nel caso di Il bambino di Sebastian Fitzek, Elliot 2009. Non vorrei che l’argomento diventasse una moda (cfr. mio articolo in http://corpifreddi.blogspot.com/2009/11/la-violenza-sui-bambini-nel-moderno.html) senza il dovuto rispetto per queste fragili creature.
Dicevo di un bambino, Simon Sachs, dieci anni, ammalato di un tumore al cervello convinto di essere stato un assassino in una vita precedente. E il cadavere di un uomo ucciso si scopre davvero nello scantinato di una fabbrica…
A difenderlo Robert Stern, avvocato di successo che vive da solo in una bella villa a Berlino con un passato terribile alle spalle: il figlio Felix morto e la giovane moglie Sophie che lo ha lasciato e si è rifatta un’altra famiglia. Aiutato in questo “strano” compito dall’ex fidanzata Carina Freitag, infermiera che deve seguire Simon in ospedale. A complicare le cose l’arrivo per posta di un DVD in cui appare un ragazzo con tutte le sembianze di Felix (anche una voglia di vino a forma dell’Italia sulla spalla sinistra). Ma allora è morto o è ancora vivo?
Aggiungo la regressione e la criptomnesia (se volete sapere cosa sono leggete il libro) e la solita squadretta di poliziotti che indaga insieme a qualche cadavere sparso in qua e là.
Capitoletti brevi che lasciano in sospeso il lettore, atmosfera di suspense quasi sempre al punto giusto, scene veloci, martellanti, flash back, mercato disgustoso di bambini, sozzi pedofili, movimento, sparatorie, finti omicidi. Insomma un bel guazzabuglio.
Un po’ troppo per i miei gusti, comprese certe forzature, ma capisco che possa piacere e intrigare soprattutto gli amanti del genere.
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