Ritratto di due grandi promesse della nuova ondata di grande cinema marziale thailandese: le accomuna il fatto d’essere... due gentil donzelle!
JeeJa (o Jija) Yanin, nome d’arte di Yanin Vismitananda (จีจ้า ณิชชารีย์ วิสมิตะนันทน์), nasce a Bangkok il 31 marzo 1984. All’età di undici anni inizia a praticare il tae kwon do finché, appena ventenne, entra nella scuola di muay thai fondata dal regista-attore-coreografo Panna Rittikrai, già scopritore di grandi star marziali come Tony Jaa e Dan Chupong. Mentre studia anche altri stili marziali come il kung fu, l’atletica leggera e l’uso di armi, frequenta il Department of Film and Digital della Kasem Bundit University.
È un periodo d’oro per il più che prolifico cinema thailandese, e i film di Prachya Pinkaew interpretati da Tony Jaa hanno dimostrato al mondo come questi prodotti non abbiano nulla da invidiare alle altre grandi cinematografie (statunitensi, indiane e di Hong Kong) e il pubblico comincia a chiedere sempre più prodotti della stessa qualità. Tony Jaa, dopo i successi internazionali di “Ong-bak” (2003) e “The Protector” (Tom yum goong, 2005), inizia una propria personale carriera con “Ong-bak 2”, quindi Prachya Pinkaew cerca un volto nuovo da lanciare nell’ondata di muay thai movies: il 6 febbraio 2008 esce in patria il film “Chocolate” (ช็อคโกแลต), atipico e sorprendente lancio della giovane e portentosa JeeJa. (Che in realtà aveva già ricoperto un piccolo ruolo secondario nel film del 2002 “Taloompuk”)
Il personaggio interpretato dall’attrice ventiquattrenne è assolutamente inedito sia per la cinematografia thailandese che per il cinema marziale in generale: è una ragazzina autistica di nome Zen che, per tutta la durata del film, veste in modo raffazzonato e sporco, con capelli cespugliosi che le coprono il viso. Non è una star bambina, non è una diva: è una formidabile giovane atleta che punta tutto sull’agilità marziale e niente sull’appeal che di solito contraddistingue le attrici. Il collegamento diretto con Tony Jaa, quasi un passaggio del testimone, è subito chiarito dal fatto che la bambina impara a combattere dai film dell’attore: nel suo piccolo televisore, infatti, la vediamo studiare al rallentatore il combattimento fra Jaa e Johnny Nguyen in “The Protector” dello stesso Pinkaew.
Così come le star marziali thailandesi che l’hanno preceduta, JeeJa interpreta personalmente ogni sequenza marziale, con il solo occasionale aiuto di qualche cavo: questo significa incidenti sul set a non finire, come si può vedere già nelle sequenze presentate durante i titoli di coda del film. «Il mio peggior incidente - racconta JeeJa il 30 gennaio 2008 a BKMagazine - è avvenuto dopo intere notti di lavoro. Sono una ragazza, era quel periodo del mese ed ero veramente stanca. Non ho visto arrivare un piede e... bham! Non ho potuto aprire l’occhio sinistro per giorni, e le riprese si sono dovute fermare per una settimana.»
Il film le vale la candidatura come miglior attrice esordiente agli Asian Film Awards del 2009.
Dismessi gli abiti trasandati e cambiato totalmente look, JeeJa nel 2009 torna a presentare un ruolo marziale con il film “Raging Phoenix” (Due suay doo, ดื้อ สวย ดุ, letteralmente “Cocciuta, bellissima e grintosa”), anche se stavolta non è protagonista assoluta come nel precedente. Al suo fianco troviamo i B-Boys, duo specializzato nei combattimenti a colpi di breakdance in uno stile urbano siamese detto meiraiyuth, e l’attore franco-vietnamita Patrick “Kazu” Tang (già visto in un piccolo ruolo di “Danny the Dog”, 2005) che con JeeJa dà vita a gustose coreografie fra danza e muay thai.
La trama vede la nostra eroina presa da mira da un temibile gruppo di malviventi, capeggiato dalla perfida Roongtawan (reale campionessa di body building in Asia), che ruba organi per il ricco mercato clandestino. JeeJa, con l’aiuto dei suoi nuovi amici e maestri, sbaraglierà l’organizzazione salvando le molte altre donne rapite in attesa dell’espianto degli organi.
L’assenza di Pinkaew alla regia (sostituito da Rashane Limtrakul) si fa sentire, così come una sceneggiatura a tratti confusa e personaggi non sempre azzeccati non aiutano di certo il film a sollevarsi da un prodotto di genere. Il lunghissimo combattimento finale e il cattivo con effetto-Lavazza (che più lo butti giù più si tira su!) non permettono al film di discostarsi da molti altri prodotti simili, anche se la qualità rimane molto alta. Di sicuro il precedente film di JeeJa è qualitamente superiore sotto tutti i punti di vista, ma lo stesso “Raging Phoenix” farà bella figura nel curriculum dell’attrice marziale.
Più giovane di almeno dieci anni è Sasisa Jindamanee, fra i “bambini marziali” più promettenti della scuola di Panna Rittikrai, oltre che campionessa nazionale juniores di muay thai.
La sua prima apparizione è più che promettente: è la bambina che nel film “Born to Fight” (Kerd ma lui, เกิดมาลุย, 2004) atterra a colpi di muay thai un feroce soldato alto il doppio di lei. Dopo altri quattro anni di allenamento la ritroviamo co-protagonista della commedia marziale “Somtum” (ส้มตำ, 2008). Il titolo si riferisce al piccantissimo piatto tipico thailandese, pietanza dalle incredibili proprietà se ingerito dal protagonista maschile del film: può trasformare il pavido gigante in una macchina demolitrice! La pellicola principalmente è una divertita commedia che ruota intorno al forte contrasto fra i minuti thailandesi e l’incredibile stazza fisica del wrestler australiano Nathan Jones, già “cattivo” d’eccellenza di film asiatici come “First Strike” (1996), “The Protector” (2005) e “Fearless” (2006). Lo spazio che però viene dato a Sasisa e alle sue doti marziali basta a far capire che un nuovo astro sta nascendo.
Nel 2009 la giovane atleta è nel cast tutto minorenne del film “5 Power Kids” (5 huajai hero, 2009), e interpreta una dei poveri studenti di muay thai di una piccola palestra che fà loro anche da casa. Il più piccolo di loro è malato di cuore, e dopo una forte crisi è costretto in un letto d’ospedale. Mentre i suoi compagni ed amici lo vegliano, il palazzo viene preso in ostaggio da un agguerrito gruppo di terroristi vietnamiti, capeggiato dal perfido Johnny Nguyen (attore molto amato nei ruoli di cattivo): i quattro ragazzi dovranno usare tutta la loro bravura nel muay thai per sbaragliare i soldati e salvare la vita al loro piccolo amico.
Questo piccolo film appartiene ad un genere classico e molto prolifico nella cinematografia thailandese: in una situazione di pericolo (quasi sempre di stampo militare) tutti i protagonisti della storia faranno sfoggio delle proprie qualità. Sono film prodotti espressamente per mostrare al pubblico nuovi volti e nuovi atleti, ed infatti insieme alla brava Sasisa, che si ritaglia sequenze marziali di grande spettacolarità, anche il giovane Nantawooti Boonrapsap fa intuire che ben presto lo ritroveremo in un film marziale, probabilmente come protagonsita.
Quanto di tutto questo arriverà in Italia? Visto che Tony Jaa ha dovuto riscuotere successi in ogni parte del mondo prima che i suoi film si affacciassero timidamente nel nostro Paese, non sono molte le speranze che interpreti meno famosi conoscano una buona edizione italiana. Per fortuna i siti di vendita DVD on line sono ben forniti, e visto che tutti i Paesi che ci circondano distribuiscono la maggior parte di questo genere di film, lo spettatore italiano ha una chance per cavalcare l’onda crescente di muay thai movies.
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