Ficcante mockumentary questo District 9 per la regia di Neill Blomkamp, dove una bidonville a prima vista come tutte le altre, vede invece tra i suoi abitanti un cospicuo numero di creature aliene sbarcate da una gigantesca astronave che incombe silenziosa sulla stessa bidonville. Situazione statica solo in apparenza, cioè fino a quando la solita multinazionale (MNU), scopre che la tecnologia militare degli alieni per anni preclusa all’utilizzo umano per questioni di compatibilità genetica, diventa improvvisamente allettante visto che un suo uomo, Wikus van der Merwe (Sharlto Colpley, fenomenale…), rimasto contaminato da materiale genetico di un alieno, diventa capace di farle funzionare…
Da Ovidio (Le metamorfosi) a David Cronenberg (La mosca, che altro se no?), con una spruzzata di Hitchcock (un uomo qualunque catapultato suo malgrado in una situazione da incubo…), District 9 marcia con un piede nell’attualità più prossima e che si chiama razzismo, ghetti, contaminazioni culturali, con tutti gli annessi e i connessi (soprattutto sofferenza e incomprensione) e con l’altro nel futuro, un futuro forse avanzato perché oggi se ne possano cogliere tutte le sfumature.
Sbalorditivo l’uso di un digitale “sporco” che rende gli alieni più veri del vero, poveri cristi, carne da macello, un tanto al chilo, e chi si è visto si è visto.
Da non perdere.
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