Si può ancora dire qualcosa di nuovo sui delitti del Mostro di Firenze?
Su questa catena di omicidi che ha insanguinato per vari decenni le campagne intorno al capoluogo toscano hanno scritto gli autori più disparati. Carlo Lucarelli vi ha dedicato una delle migliori puntate di Blu Notte – Misteri d'Italia; Michele Giuttari, che ha condotto le indagini, ha raccolto la sua storia nel libro Compagni di sangue; è di imminente uscita Storia delle merende infami dell'avvocato Nino Filastò. E ovviamente non poteva mancare una fiction, speriamo di qualità, con Lorenzo Flaherty già visto nei panni del capitano del RIS.
Con tutta questa carne al fuoco, a cui va aggiunta la copertura giornalistica continua visto che ogni tanto – come per tanti misteri all'italiana – emerge dalle indagini qualche particolare nuovo, va riproposta con forza la domanda: si può ancora dire qualcosa di nuovo sui delitti del Mostro di Firenze?
Si sarebbe tentati di rispondere negativamente, ma in questo Un amore all'inferno l'autore Diego Cugia (l'indimenticato Jack Folla radiofonico) riesce a trovare una chiave di lettura decisamente nuova, un'angolazione inedita da cui raccontare nuovamente tutta la vicenda, o meglio una parte di essa. Cugia in questo romanzo breve decide infatti di narrare la storia di un amore molto difficile: quello tra la giovane e bella Francesca e il dottor Narducci, il medico trovato morto nel Lago Trasimeno e, secondo i più recenti sviluppi delle indagini, implicato in qualche modo nei delitti del Mostro di Firenze. C'è infatti una consistente pista che vede nei famigerati "compagni di merende" i meri esecutori sanguinari di ordini provenienti da più in alto, sette diaboliche che potevano godere di appoggi addirittura presso alte sfere degli apparati pubblici.
Diego Cugia propone quindi questa sorta di docufiction, un saggio romanzato in cui racconta il proprio incontro con Francesca, le sue speranze disattese, il suo amore crollato in pezzi da un momento all'altro, i dubbi, le accuse, i sospetti della gente, la necessità di cambiare vita (o forse di farsene davvero una per la prima volta). Leggendo il libro si apprendono particolari indiziari che i giornali raramente riportano, e che hanno l'inquietante potere di tornare a far correre un brivido lungo la schiena anche a chi del Mostro di Firenze pensava di sapere già tutto.
Al termine della lettura emergono nette le figure dell'autore (la cui voce non è mai neutra - anzi, questa presenza è proprio parte del fascino del libro) e soprattutto di Francesca, una donna vera che assume una tridimensionalità che prima d'ora non aveva avuto. Un libro decisamente consigliato per conoscere un altro importante tassello della storia d'Italia.
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