Warner è un sicario. Un sicario fuori dal comune, però. E' bravo nel suo lavoro, efficiente, ma cerca sempre una giustificazione al suo operato. E' lucido e organizzato, non lascia mai niente a metà, ma è solo e pieno di dubbi.
Quando incontra Salvatore, per lui, è un cliente come un altro ed esegue meccanicamente gli omicidi che gli vengono commissionati.
Commette, però, qualche piccolo errore, tra cui quello di innamorarsi.
Questa è in poche righe la trama di In perfetto orario, romanzo d'esordio di Luca Rinarelli, edito dalla Robin nella collana I luoghi del delitto.
Un romanzo breve e agile, che contiente tutti gli elementi di un noir: un cattivo che non è un vero cattivo, alcuni omicidi di cui si sa il colpevole e su cui non indaga nessuno (o quasi), la discesa tra i tormenti dell'animo del protagonista.
Quello che da una parte si può inserire con una certa facilità in questo genere e che forse non brilla nella trama per particolare originalità, è, dall'altra, un romanzo furbo e intelligente, in cui l'autore rivede certe "convenzioni" e spiazza il lettore con qualche trovata fuori dagli schemi. Rinarelli è, infatti, abile nell'interrompere e rivedere lo schema narrativo, andando a innestare sulla trama principale finestre e personaggi del tutto inattesi, con un tempismo perfetto. Se da una parte questo "irrita" il lettore, che si vede privato momentaneamente di ciò che vorrebbe sapere, dall'altra lo "fidelizza", proprio perchè stimolato ad andare fino in fondo.
Questa è la vera forza del romanzo, che arriva "in perfetto orario" a quello che deve essere lo scopo di un esordiente: raggiungere il pubblico con onestà e trasparenza, consapevole dei propri limiti, ma anche forte di un lavoro che ha una chiave di lettura molto personale.
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