La ragazza che giocava con il fuoco, Millennium due la vedetta: guarda dietro il primo episodio e davanti il terzo che sarà.
Cambia regia (Daniel Alfredson al posto di Niels Arden Oplev) e si vede. Più modesto visivamente questo e del tutto incapace di suscitare qualsivoglia forma di interesse alla storia che vede il solito Mikael Blomkvist raccogliere il testimone lasciato per morte prematura e violenta di un collaboratore di Millenium alle prese con un'inchiesta sul traffico di prostituzione proveniente dai paesi dell'Est e che vede coinvolti poliziotti, giudici, politici ed esponenti dei servizi segreti.
A differenza del libro di Larsson dove Salander spariva per centinaia di pagine (ma la sua era una latitanza sui generis…), qua è presente in modo pressoché continuo. È un bene perché Noomi Rapace che la interpreta è l’unica dell’intero film ad avere qualcosa da dire. A voler essere precisi non è che lo dica in modo esplicito, ma quello sguardo selvaggio che si porta dietro per tutto il tempo parla, dice cose, da’ qualche cenno su un mondo che si vorrebbe conoscere di più.
Modesto, molto…
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