Sebastian, parlaci un po’ di te. Hai pubblicato quattro romanzi di grande successo, quando e come hai deciso che questa sarebbe stata la tua strada? Di cosa ti occupavi prima di diventare scrittore?
Non ho mai avuto un Curriculum in linea retta. Da bambino volevo diventare giocatore di tennis, batterista o veterinario. Poi ho studiato medicina veterinaria per passare a legge dopo tre mesi, quando ho realizzato che ero maldestro. Per finire il giro sono andato alla radio, dove ho lavorato come capo-editor e direttore dei programmi, prima di iniziare a scrivere il mio primo thriller.
Come cambia la tua vita di uno scrittore dal momento in cui diventa protagonista di un caso letterario?
Onestamente niente è realmente cambiato. Guido ancora la Ferrari nella mia “magione/residenza di 20 camere” al lago!; -) A parte gli scherzi, scrivo molto di più e sono spesso in viaggi per le presentazioni. Con buone speranze anche presto in Italia. Se il mio carattere è cambiato devi chiederlo ai miei amici. Se riesci ancora a trovarli: ho a malapena il tempo di incontrarli, il che è molto infelice.
Chi è il ladro di anime, metaforicamente parlando?
Un vendicatore. E qualcuno che verifica le tesi, dato che i tormenti mentali possono spesso essere più crudeli di quelli fisici.
Sono state riconosciute al tuo libro due peculiarità, in particolare, tra le altre: la capacità di mantenere la suspense per l’intera narrazione e quella di condurre il lettore dentro gli stati di coscienza alterati dei protagonisti. Quali sono, sul piano metodologico, gli strumenti di cui uno scrittore deve disporre per conseguire questi effetti?
Ooh, domanda molto difficile. Non ho mai partecipato a corsi di scrittura o studiato le differenti tecniche di scrittura. Ho giusto provato a scrivere un libro che io stesso avrei voluto leggere. E mi è molto piaciuta l’idea di cercare la risposta ad un’eccitante domanda posta alla fine di ogni capitolo e ad una nuova domanda messa in campo subito dopo, così da avere una lettura incalzante. Un mio consiglio: provate a leggere ad alta voce i vostri scritti a molte persone. Se hanno voglia di continuare ad ascoltare è un buon segno. Meglio comunque di quando cominciano a sbadigliare!
Com’è il clima culturale in Germania? Si legge molto? Quale genere è prediletto dal pubblico?
I tedeschi leggono incredibilmente molto, anche se c’è una piccola regressione tra i giovani lettori. Il genere più popolare è certamente il thriller, il che di sicuro mi aggrada tanto. E esattamente il thriller stimola i giovani lettori a tornare ai libri. Pensa che ho recentemente avuto una lettera di una lettrice di 12 anni (anche se non sono molto sicuro che i miei libri siano adatti per lettori così giovani)!
Sei soddisfatto dell’accoglienza che ha ricevuto in Italia “Il ladro di anime”?
Sono sommerso da tutte queste tante e-mail che sto ricevendo. Sfortunatamente non riesco a parlare italiano, quindi le traduco con un programma per traduttori da internet e rispondo in inglese. Ma finora la comunicazione funziona abbastanza bene.
Il tuo sito è un esperimento iterattivo (http://www.illadrodianime.com/): si visualizza una stanza poco illuminata e l'utente deve risolvere una serie di enigmi per poter accedere ai vari livelli, partecipando attivamente all'esperimento. Perché questa scelta?
Penso che il vecchio mezzo (libro) e il nuovo (internet) si appartengano l’un l’altro. Internet è una forma per fare un’esperienza attiva fuori dalla lettura passiva. Se entri nello studio del mio sito, scivoli virtualmente nel ruolo di un personaggio del mio libro e rivivi sulla tua stessa anima quello che sta succedendo nel libro.
Ora a quale progetto stai lavorando?
Si intitola “Qualcosa che attira lo sguardo (letteralmente)” e tratta di un assassino seriale pervertito, che gioca il più vecchio gioco nel mondo: nascondino. Ma ci gioca con bambini particolari. Se i genitori non riescono a trovare i loro bambini entro l’ultimatum, questi muoiono nel posto in cui si sono nascosti, ovvero dove il killer li aveva portati. C’è solo un’unica testimone, che incontra l’uomo, ma è cieca…
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