Un grande Asimov…
E siamo al quarto libro. Dopo I racconti dei Vedovi Neri, Dodici casi per i Vedovi Neri e I banchetti dei Vedovi Neri, ecco a voi Gli enigmi dei Vedovi Neri di Isaac Asimov, minimum fax 2009.
Ormai li conosciamo a memoria: “Emmanuel Rubin, autore di libri gialli; Mario Gonzalo, che non vede l’ora di farti il ritratto; James Drake, che sta tossendo sull’eterna sigaretta ed era un chimico prima di andare in pensione; Geoffrey Avalon, avvocato specializzato in brevetti, anche se non ho mai capito cosa facciano gli esponenti della sua categoria; e infine Thomas Trumbull, che lavora in un riservatissimo dipartimento del governo”.
Aggiungo Henry, il cameriere, praticamente il deus ex machina che risolve i vari enigmi che vengono proposti dagli invitati dei vari soci. Ai quali invitati spetta di rispondere alla domanda su come giustificano la loro esistenza. E dunque sfilano uno dopo l’altro un avvocato, uno studente universitario, un proprietario di negozi di oggettistica bizzarra e uno di una catena di librerie, uno storico, un consulente finanziario, un giornalista e così via. Con il loro piccolo mistero da risolvere.
Ed insieme a questo argomento principale altri ne nascono su iniziativa di qualche socio con inevitabili scontri e scaramucce che si acquietano improvvisamente all’annuncio del pranzo che sarà servito. Alla fine di ogni racconto nella famosa “Nota” Asimov spiega i motivi che hanno portato alla nascita del racconto stesso con spunti sulla sua vita, sulla sua attività di scrittore e sul suo carattere.
Il tutto condito da una prosa splendidamente elegante e ironica. Una lettura coi fiocchi.
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