Ci sono anche gli scacchi…
Racconti beffardi di Nino Grasso, Guida 2009.
Dieci racconti con Prefazione di Francesco Pionati. I due più interessanti, per il sottoscritto, quello sugli scacchi Il gambetto Evans e quello su Sherlock Holmes La verità del professor Carterson. Facile ad immaginarsi essendo un giallista-scacchista. Ma anche gli altri, per un verso o per l’altro dovrebbero attirare l’attenzione del lettore.
Dunque, dicevo, Il Gambetto Evans che ricalca nel titolo una famosa apertura (per “apertura” si intende una prima sequenza di mosse dei due colori) del gioco degli scacchi. Un gambetto, cioè un sacrificio di pedone da parte del Bianco (sfacciata auto citazione Gambetti per vincere, Mursia 1994, del sottoscritto, ma non ce l’ho fatta a trattenermi) per creare un gioco di attacco affilato e combinativo. Una lotta a viso aperto senza tentennamenti di sorta. Il ricordo di questa apertura adottata in gioventù da un forte campione del passato fa emergere spunti di riflessione sullo spirito della vita.
La verità del professor Carterson ci proietta nell’ambito filosofico del problema di che cosa sia la verità e se questa verità può essere in qualche modo distorta o completamente cambiata. Il professore in questione, una celebrità nel campo della letteratura inglese e americana, viene chiamato dal magnate Randolph Kane per sostenere una tesi tutta particolare: Sherlock Holmes e John Warson erano personaggi realmente esistiti e Arthur Conan Doyle l’amico e agente letterario di Watson.
Morale della favola: “Alla gente si può far credere ciò che si vuole, purché se ne abbiano i mezzi, la passione, il coraggio, e purché essa sia già ben disposta dentro di sé, a crederci.” E mi pare che vada a pennello anche per i giorni nostri.
Gli altri racconti affrontano diversi temi più o meno filosofici e morali: uno sguardo all’aldilà con cavillo, il sogno e la dura realtà, una novella sulla impossibile onestà dell’uomo, la morte come liberazione, il problema della perfezione dell’uomo (meglio se non è perfetto) e c’ è di mezzo pure la solita eredità con “fregatura” ecc…
Momenti e situazioni che fanno riflettere insieme a qualche spunto scontato, a qualche percorso del racconto facilmente intuibile. Prosa che scivola via pulita, dialoghi efficaci ben costruiti, una scia di ironia e di sarcasmo che si insinua nel filo della trama. Un buon libro.
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