Quando hai deciso che saresti diventato fumettista?
Ho sempre disegnato fin da bambino, ho imparato a leggere con Topolino e crescendo mi sono innamorato di Tex che mio padre collezionava e che puntualmente io gli rubavo dagli scaffali. A scuola facevo caricature dei professori e leggevo Dylan Dog sotto il banco. Dopo le superiori ho deciso di frequentare la scuola di fumetto a Milano e lì ho cominciato a prendere i primi contatti nel mondo dei comics.
Oltre all’attività di illustratore, insegni Tecnica del Fumetto all’Università Popolare di Vercelli. Verso quali generi ti sembrano più orientati gli aspiranti fumettisti?
Presso l’Università Popolare di Vercelli ho fondato una vera e propria Scuola di fumetto riconosciuta e patrocinata dal comune dove approfondiamo varie materie tra cui quest’anno anche il manga. Questa novità l’ho introdotta proprio perché sono sempre più numerosi i ragazzi appassionati di manga e quindi mi sembrava giusto approfondirlo. Ovviamente non lo insegno io ma se ne occupano Federica Di Meo e Wish che hanno studiato per anni questa disciplina in Giappone. I generi narativi più amati dai ragazzi comunque sono il fantasy e l’horror.
Il blog di Daniele Statella http://danielestatella.blogspot.com
Cominciamo da te e dalla tua carriera. Sei stato illustratore per Arnoldo Mondadori Editore, collabori tuttora con rinomate case editrici, oltre a importanti testate giornalistiche quali Cosmopolitan. Ma fin dagli esordi hai realizzato un fumetto ambientato nella tua città, edito da Saviolo, la trilogia di volumi horror detta “Trilogia del giorno”. Qual è lo shining dell’horror?
AH! Sfondi una porta aperta. Lo shining è l’adrenalina, il fascino della violenza, della trasgressione. In realtà per me il genere horror rappresenta anche l’incursione del fantastico nel reale, nel quotidiano. Mostri volanti nella “terra di mezzo” mi piacciono sì ma se sono dentro il frigo di casa mia mi coinvolgono di più. Io ho sempre amato tantissimo il genere horror, in tutte le sue varianti, dallo splatter al gore allo slasher, ma adoro anche il thriller alla Dario Argento quando è bello carico di sangue.
Sei illustratore per la serie “Cornelio, delitti d’autore” della Star Comics. Cornelio, come il pubblico ben sa, è costruito sul personaggio di Lucarelli. Ti chiedo il passaggio dal reale al fumetto, dal punto di vista tecnico.
Cornelio è un personaggio che mi piace molto e, come spesso si è detto, è ormai un personaggio a sé e non più Lucarelli. Inizialmente seguivo il modello fotografico e mi facevo parecchi fermo immagine dai dvd di Blu Notte. Oggi non lo guardo più e disegno Cornelio. Anche se ti confesso che ho una foto di Lucarelli sulla scrivania che mi osserva sospettoso.
Nell’ultima serie è stato introdotto l’elemento favolistico. Come l’hai risolto, nella resa finale?
La nuova serie è tutta ambientata all’interno della clinica e questo elemento claustrofobico è una delle cose che adoro in una storia, come ad esempio Assassinio sull’Orient Express. Inoltre Mauro ha introdotto questa atmosfera favolistica che è insieme straniante e divertente e io cerco di renderla coerentemente. E devo dirti che mi diverto parecchio.
Prendiamo ad esempio l’ultimo numero di Cornelio, “I bimbi perduti”. Come funziona: Lucarelli, Smocovich e Di Bernardo, in qualità di sceneggiatori, ti passano i dialoghi e tu hai assoluta libertà nel disegno o vi è un’impostazione anche solo a livello di bozze?
Io ricevo la sceneggiatura con le indicazioni e i dialoghi dei personaggi ma gli autori mi lasciano parecchia libertà creativa. A quel punto imposto la tavola abbozzando in modo veloce a matita per decidere il punto di vista delle varie inquadrature. Poi passo a definire il disegno vero e proprio curando tutti i dettagli e indicando anche dove andranno messe le ombre i neri e i tratteggi. Invio la pagina via mail a Mauro Smocovich che supervisiona e verifica eventuali incongruenze con le pagine precedenti e gli altri episodi in cantiere. Ricevuto il suo via libera, invio a Marco Fara che inchiostra il tutto e spedisce in redazione.
Quante ore impieghi, in totale e all’incirca, per disegnare ogni singolo numero?
Non saprei… più o meno faccio una tavola al giorno di Cornelio ma in una giornata di lavoro disegno anche altri fumetti o illustrazioni e spesso ho lezione quindi un calcolo preciso non riuscirei a farlo ma tieni presente che ci vogliono tre, quattro mesi per un episodio. E io sono uno di quelli più veloci.
Quali sono le scene più complesse?
Tutte le scene sono complesse perché ogni situazione presenta una sua difficoltà. Ci sono però scene che richiedono più tempo materiale per essere disegnate perché magari ci sono molti personaggi che interagiscono tra loro.
Una curiosità per gli ammiratori di Vanessa. Ma posa personalmente per te, la ritrai da fotografie o le sue fattezze sono ormai indelebilmente scolpite nella tua mente?
Ahahahah! Inizialmente mi sono ispirato a fotografie di una modella che mi aveva segnalato Giuseppe ma ormai la disegno a memoria. In realtà ti confesso che in questi giorni sto girando con Alessia Di Giovanni un cortometraggio su Cornelio, o meglio su Vanessa e l’attrice che la interpreta (trovata dopo una selezione di centiania di persone) è veramente uguale!!!
Qual è il mistero più misterioso dell’arte del fumetto?
La passione verso questa forma di comunicazione. Senza la passione non si va proprio da nessuna parte e si fanno disegni senz’anima.
Ci anticipi i tuoi prossimi progetti?
Ora sto lavorando al numero 11 di Cornelio ispirato ai viaggi di Gulliver, poi sto ultimando le riprese del corto su Cornelio “A cuore aperto”, che sarà presentato il mattino del 19 settembre presso il cinema Italia, dove si svolge il festival del fumetto di Vercelli che organizzo. Inoltre ho appena cominciato un nuovo fumetto di cui però non posso rivelare ancora niente.
Ultima cosa. A proposito dell’ultima serie di Cornelio, non sapevamo del tuo secondo lavoro come medico nella clinica... Complimenti, ti sta bene il camice!
Eheheheh! Grazie grazie…
Cornelio Delitti d'autore è il fumetto edito da Star Comics e creato da Carlo Lucarelli, Mauro Smocovich e Giuseppe Di Bernardo
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