Alibi e sospetti di Pascal Bonitzer, e cioè a dire una mediocre trasposizione cinematografica dal giallo di Agatha Christie Il Rifugio (The Hollow), adattamento per il teatro di un suo omonimo romanzo scritto nel 1946 e tradotto in italiano con il titolo “Poirot e la salma”, giallo in cui la Christie eliminò il personaggio di Poirot sostituendolo con l’ispettore di Scotland Yard Colquhoun.
Fine settimana nella villa di campagna del senatore francese Henri Pages (Pierre Arditi), appassionato d’armi. Tra un colpo di pistola al poligono e un altro, un delitto che sembra il frutto marcio di una gelosia a lungo covata. Il “sembra” è d’obbligo perché le piste che portano alla verità si imbrogliano, seppure appena appena, così da lasciare in sospeso, come si conviene, l’identità del colpevole fino alla fine.
I sospetti sono molti, l’alibi è la non coincidenza tra la pistola che ha sparato e il proiettile rinvenuto nel corpo di Pierre Collier (Lambert Wilson), psicoterapeuta donnaiolo equamente suddiviso fra tre, quattro relazioni per volta (più tre che quattro…), una con Caterina Mourino perfettamente a “disagio” nel ruolo…
Mille volte meglio i finali senza spargimenti di sangue dove il colpevole si arrende esausto al trattamento Colombo che questo, dove la soluzione viene buttata in faccia allo spettatore quasi che si fosse a corto di pellicola…
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