Vincere, ombroso melodramma sull’amore impossibile tra Ida Dalser (Giovanna Mezzogiorno) e Benito Mussolini. Avuto un figlio dal futuro Duce, la Dalser si vede prima respinta e poi confinata in manicomio nonostante la sua disperata resistenza contro chi la vorrebbe mettere a tacere.
Vincere di Marchio Bellocchio, è un film pieno di stile ed energia, forte del suo riuscito amalgama tra finzione e verità storica sottoforma di filmati d’epoca su Mussolini e sulla cultura del ventennio, futurismo compreso. Gli nuoce un poco il suo essere scisso in due parti: ad alto voltaggio la prima con la scalata del futuro dittatore tutta “la Red Bull ti mette le aliiii”, più umile la seconda, dove la cinepresa di Bellocchio si confina assieme alla Dalser dentro il manicomio. Filippo Timi, oramai lanciatissimo, si cimenta con un doppio ruolo, prima Mussolini, poi figlio di se stesso che fa il verso al padre (gira che ti rigira senza con o senza il padre è senza un problema…).
Fascisti su Marte ne sembra l’impossibile parodia.
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