Fernando Fazzari, che dire di questo cane sciolto?
Del racconto in sé non mi convince molto la soluzione dell'enigma e il finale mi lascia perplesso. Ma di Fernando Fazzari mi piace la scrittura, il punto di vista, come racconta. Anche quando fa le interviste la sua voglia di mescolare le tinte del reale con la fantasia lo sopraffae e così diventa il ficcanaso scafato che è in lui. Il suo alter ego letterario.
Mi piacciono alcune descrizioni, le metafore, le pennellate nervose e decise che schianta sullla tela. Mi piace il gusto amaro che ha della vita.
Della sua scrittura mi piace quel fare che ha da bastardo. Ma nel senso sempre di cane sciolto, un animale non di razza, senza pedigree, più scaltro e scafato, di strada, arruffato, che infila il naso nelle cose che non lo riguardano, che sa annusare una margheritina ma che bisogna stare attenti che non ci orini sui calzoni. Uno schietto e leale segugio non addomesticato, cresciuto a pasta e 'nduja, che ha imparato la scrittura sulla propria pelle. E che ogni tanto mette su l'aria da cane bastonato, sconsolato, appunto. Oppure tira fuori i denti e ringhia con le orecchie basse.
Ma questa mia metafora del cane è solo un'impressione simpatica che ho nei suoi confronti, Fernando non è certo un cane nella scrittura. Affatto.
Ma anche nella scrittura potrei divertirmi a trovare metafore canine. Mi piace quando si spanza all'aria aperta su un prato di notte e guarda le stelle, quando respira dal naso in una mattina fredda sulla spiaggia e caccia fuori nuvolette nell'aria, Fernando saprebbe descrivere la poesia di un cassonetto. I mille odori di un sacchetto dell'immondizia. Sa scavare nei sentimenti, nell'animo, i suoi personaggi sono sopravvissuti o meglio ancora cercano di sopravvivere. E la sua scrittura dà anche questo senso, il senso amaro e ironico del sopravvivere con uno sguardo a volte derisorio, a volte sconsolato verso il mondo, a volte anche rabbioso, come lo scatto nervoso della testa che fa per mordere. E' un punto di vista che non perde mai il senso dell'odore dell'asfalto.
(Mauro Smocovich)
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