Edito da Boopen, illustrato da Andrea Rovat, con un saggio introduttivo di Maurizio Ponticello,  Questi Fantasmi... 17 Storie di Luoghi e Spettri Napoletani è una raccolta di racconti, ovvero un guida turistica in nero e in narrativa, o, come specifica il suo curatore Giuseppe Cozzolino: «un invito a visitare la nostra Città, a dimenticare le follie e le storture della Cronaca e a resuscitare un Passato glorioso, spaventoso, indissolubile. Sospeso su di noi e dentro di noi: una Porta per l'Aldilà.»

Diciassette storie di fantasmi e mistero in planimetrico, da Via Carbonara, a Vico S. Arcangelo Baiano, a via Francesco de Sanctis, via Posillipo, alla Biblioteca, al castello di Baia, alle diramazioni attigue che alimentano leggende attuali e antiche: un giornalista frustrato, monache, sante, donne del popolo, sculture alchemiche, principi, streghe locali, spettri di ripugnanti lebbrosi, cani-fantasma dei tempi dei bombardamenti.

Perché sia stato realizzato questo omaggio –non solo letterario- alla città partenopea lo chiarisce Cozzolino:« Napoli. Infinite volte stuprata e vilipesa dalla crudeltà della Storia. Crudeltà che genera fantasmi e spettri senza pace che, secondo le leggende, infestano grotte, chiese, palazzi, vie e vicoli di questa incredibile… straordinaria, maledetta Città. Napoli. Mille le strade che potevamo raccontare perché mille sono le zone grigie, le mappe dei suoi enigmi. Noi ne abbiamo selezionato alcune fra le più suggestive, in compagnia di alcuni fra i migliori scrittori napoletani di ieri, oggi e domani. Ciascuno avvinghiato a uno specifico luogo, un sussurro, una storia.»Questo e molto altro nei diciassette racconti scritti da Sergio Brancato, Ugo Ciaccio, Giuseppe Cozzolino, Salvatore Luca D'Ascia, Renata di Martino, Diana Lama, Lucio Leone, Ugo Mazzotta, Luciano Palmieri, Bruno Pezone, Patrizia Rinaldi, Simonetta Santamaria, Luciana Scepi, Michele Serio, Dino Simonelli, Francesco Velonà, Monica Zunica. Racconti belli e corposi, all’insegna della suspense, tutti in grado di dare, oltre al piacere della lettura e al senso dell’itinerario, qualche nozione interessante di storia e folklore locali e riprendo in conclusione, come esempio, le suggestive informazioni che Diana Lama ci elargisce, a proposito delle streghe campane, nel suo racconto “Janare di famiglia”: «Un’altra cosa che alle janare piace da impazzire è entrare nelle stalle, scegliere un cavallo e cavalcarlo per tutta la notte. Alla fine il povero animale è stremato, sfinito, tutto sudato, i fianchi e le gambe tremanti, e così capite che è stato cavalcato da una janara, e anche perché gli trovate la criniera tutta ornata di treccine intrecciate finissimamente.»