Seppelliti dalle critiche dopo essersi maldestramente ispirati al caso di Unabomber, per una fiction televisiva che forse non vedremo mai. Poveretti quelli della Taodue, che volevano sfruttare la notorietà del terrorista solitario in un episodio della serie Ris, delitti imperfetti. Poveretti anche per la loro mancanza di fantasia. C’è ben altro da scavare, oltre al bombarolo della Marca, a Nordest della ragione. E diciamo così anche per alludere agli sconfinamenti positivi, in un territorio dove tutto è possibile. Che dire infatti del "Cacciatore di tempeste" di cui scrive Francesco Jori sul Gazzettino del 19 marzo? È lo specialista da diplomare al termine di un apposito corso istituito dall’Unione meteorologica del Friuli Venezia Giulia. Al cospetto dei mutamenti climatici in atto, il progetto è quello di organizzare una rete di esperti di temporali e trombe d’aria, formati per prevenire e "combattere" tornadi e tempeste che compaiono quasi all’improvviso nei cieli del Triveneto. Esattamente come succedeva nel fortunato kolossal americano Twister.
Colf si intitola invece il noir che caldeggiamo personalmente, dopo avere letto, sul Mattino di Padova del 15 marzo, "Colf mette in fuga cinque ladri", aggiornata versione del Giustiziere della notte. Erede del grande Charles Bronson una donna delle pulizie che, montando in servizio alle quattro della mattina in una ditta di costruzioni di Selvazzano (Padova), terrorizza da sola un quintetto di soliti ignoti, costretti ad abbandonare in cortile la cassaforte appena staccata dal muro. Per i mancati ladri è solo l’inizio della catastrofe. Inseguiti da una pattuglia dei carabinieri, escono di strada con il furgone, per poi dileguarsi nelle campagne.
Altro set, altro film. Suggerito stavolta dalla Nuova Mestre del 15 marzo, quando racconta di "Giovani calciatori presi a pugni. Due quindicenni colpiti a sangue dai parenti degli avversari". Come stupirsi della violenza negli stadi, se una partita di allievi tra Gazzera Chirignago e Clodia Sottomarina (Chioggia), si trasforma in uno psicodramma collettivo? Nonostante il risultato finale di parità (2-2), tre espulsioni bastano per mandare il sangue alla testa dei tifosi-parenti della squadra ospite, che aggrediscono a pugni e spinte i giocatori di casa a partita finita, spedendone uno all’ospedale.
E infine scorci, "trailer" di un disagio diffuso e privo di argini. "Catene, attenti alle pantegane in fuga" si legge sulla Nuova Venezia del 15 marzo, a proposito di orde di terrificanti roditori che invadono giardini e cantine di un quartiere di Mestre, scacciati dal loro habitat a causa dell’apertura di un cantiere. "Bimbi in gita prigionieri del treno" titola il quotidiano Leggo del 17 marzo, raccontando dei cinquanta bambini-gitanti dell’elementare di Villafranca Padovana spaventati a morte dalla porte di un regionale che non si aprono per nulla al mondo alla stazione di Mestrino. Metteranno piede a terra solo alla fermata successiva, dove un pullman li raccoglie misericordiosamente per portarli nelle loro case.
A questo c’è chi reagisce con composta sofferenza, e chi si ribella tentando la via della trasgressione. È il caso dei 164 (non uno, 164!) che, affamati di denaro facile, si fanno denunciare a piede libero dalla Guardia di Finanza a causa di un giro di videopoker dove si promettevano in premio patacche d’oro e argento. Ne parla il 18 marzo il Gazzettino, stesso giornale che nell’edizione veneziana del giorno prima titola in prima pagina: "Lascia la bara del padre davanti al municipio". Proprio così, "parcheggiata" a bordo del carro funebre da un ristoratore di Villa del Conte (Padova), mentre va a scomodare il sindaco di Mira per fare avere al padre un posto nel cimitero della città che tanto amava. La discussione è andata avanti per le lunghe, mentre il papà del ristoratore "aspettava" in strada.
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