L’Azzan, un gruppo terroristico islamico, e un esplosivo di ultima generazione, che fa gola a molti. La guerra può avere inizio. La prima mossa della delicata partita a scacchi si gioca in una Praga cupa e decadente. Ma è solo l’inizio: Roma, Londra, Sahara occidentale. E poi il Gambia, quella terra a forma di coda del diavolo che sembra essere diventata il quartier generale dell’Inferno. E di quanti sono decisi ad avvolgere nelle sue fiamme i nemici.

La coda del diavolo di James C. Copertino mi ricorda un cocktail, un mix ben dosato degli elementi classici del genere action thriller. Parti ben dosate di luoghi esotici, azione, equipaggiamenti state-of-the-art, sesso, spionaggio, mercenari, personaggi sopra le righe. C’è davvero tutto quello che serve per immergersi in più di settecento pagine da leggere a rotta di collo, immerse profondamente nella realtà contemporanea e del tutto credibili come azioni e reazioni. Ci sono minime licenze che lo stesso autore chiarisce nell’introduzione, concessioni fatte per non rendere appetibile un romanzo come manuale di istruzioni per azioni eversive o per descrivere situazioni / organizzazioni che devono rimanere il più possibile nell’ombra.

Cosa non va.

Minime imprecisioni, cose davvero di secondo piano e visibili solo ai lettori più tecnici. Qualche caduta nei cliché del genere, specialmente nella gestione dei personaggi minori.

Cosa va.

Molto, moltissimo. Trama veloce e ben connessa, parte tecnica e logistica che quadra in tutte le parti, approfondimento geopolitico, limitazione della parte potenzialmente più splatter a favore di descrizioni più tecniche.

In conclusione un romanzo molto interessante e godibile, si spera il primo di una serie.

p.s. interessante l’esperimento della Curcio in termini di pubblicazione di materiale action /noir in edicola a fianco della conosciuta produzione “rosa”. Valido esempio di investimento alla ricerca di nuovi lettori. Prezzi da rivedere, la concorrenza Mondadori costa meno.