Qualche anno fa, quando la schermitrice viveva ancora in un posto servito dagli autobus, all’uscita di una sfinente fiera salutista, con la borsa traboccante di opuscoli e gadget, tra i quali una spilla con la scritta “Colesterolo no grazie!”, aveva usufruito della linea 93 al di fuori degli orari abituali.
Sul bus stipato si era stupita di trovare un posto libero che occhieggiava invitante in prima fila e visto che nessuno dei signori accatastati in piedi accennava a sedersi, ne aveva approfittato grata. Aveva i piedi come due mappazze e accomodandosi si era subito immersa in un libro, fino a quando una forte pressione alla spalla l’aveva interrotta.
Un tizio corpulento, aggrappato tra gli altri al corrimano, si era appena appollaiato di peso alla base del suo collo. Gentilmente, seppur divertita, l’interessata, aveva manifestato il suo disagio e quello, apparentemente comprensivo, si era subito sollevato dalla spalla... per tornare a riappoggiarsi imperterrito dopo qualche minuto. Un anziano al suo fianco aveva sospirato “Ne ha già fatte alzare tre prima di lei! Quello non vuole sedersi, vuole solo appoggiarsi a una donna…”
Intorno, la schermitrice aveva incrociato sguardi ironici.
Ecco spiegato il mistero del posto libero.
Ma aveva i piedi massacrati ed era decisa a non mollare.
Così dopo averci pensato un po’ su, al secondo invito a non starle addosso, era ricorsa al gadget... inserendolo sotto la spallina della giacca, con l’ago che sporgeva dal tessuto.
Pochi robusti centimetri di acciaio.
Dopo un po’ le fiacche natiche non si erano fatte attendere, ma una violenta puntura le aveva respinte in un balzo. Il tizio incredulo, si era girato senza capire verso la donna che non alzava gli occhi dal libro; l’ago era praticamente invisibile… e cocciutamente ci aveva riprovato, ma dopo aver lanciato un grido aveva guadagnato velocemente l’uscita.
L’anziano dopo essere scoppiato a ridere le aveva stretto la mano.
Questo è il massimo del maniaco capitato all’interessata, a parte i soliti esibizionisti a piedi e in bicicletta o il podofilo che in una notte di pioggia l’aveva seguita per bui vicoletti per chiedere di poter baciare almeno uno dei suoi piedi gelosamente custoditi dentro a un paio di anfibi vissuti.
Ma sicuramente i pervertiti (dentro e fuori le mura domestiche) del film Uomini che odiano le donne sono più significativi e condensare le 676 pagine del libro in meno di due ore e mezzo di pellicola non dev’essere stata opera semplice.
Il più che decoroso film ha trovato molti detrattori tra i fan del libro. Un po’ per via dei due protagonisti più attempati e in carne di quelli sulla carta, un po’ per le licenze che il film si è preso.
Per la schermitrice invece, vedere prima il film e leggere poi il libro è stato terapeutico, se non l’avesse fatto non sarebbe mai riuscita a oltrepassare la pagina 43 di un incipit pallosissimo e a superare un finale (dopo che il caso è già stato risolto da mò) altrettanto inutile, che segano le gambe alla storia e si potevano benissimo evitare.
Al cinema si rimane più sedotti dall’hacker punk, Lisbeth, che dall’impagliato protagonista maschile che in alcune inquadrature somiglia in modo impressionante al J.R. di Dallas.
Apprezzabile la fine inflitta da Lisbeth al serial killer, rispetto all’ammosciante inseguimento sulla carta culminante in un banale incidente stradale.
Peccato per la tiepida accoglienza riservata al film in Italia, che nonostante lo strepitoso successo svedese potrebbe compromettere l’uscita dei due prossimi capitoli.
Uomini che odiano le donne – SVEZIA/DANIMARCA – 2009 – 152’ – V.M. 14
Regia: Niels Arden Oplev
Con: Michael Nyqvist, Noomi Rapace, Lena Endre, Sven-Bertil Taube, Peter Haber.
Henrik Vanger è il ricco industriale ossessionato dalla scomparsa della nipote Harriet, avvenuta quarant'anni prima.
Mikael Blomkvist è l’ostinato giornalista di Millennium, appena sconfitto in tribunale da un potente uomo d'affari che aveva incriminato con una sua inchiesta
Lisbeth Salander è la giovane hacker asociale, abusata in famiglia e segnata dalla detenzione in una clinica psichiatrica.
I tre si incontreranno e collaboreranno a risolvere i loro destini, minacciati da un passato oscuro e rimosso.
Le vittime delle persecuzioni e delle violenze del primo romanzo dello svedese Stieg Larsson sono le donne.
Qualcuno gli ha dedicato lusinghiere recensioni. Le battaglie tra umani e macchine sono senz’altro più godibili che in Transformers e i pochi secondi del cameo di Schwarzenegger riaccendono un barlume di interesse, ma per il resto, che tedio!
La storia del figlio maturo che nel futuro deve salvare un padre più giovane di lui che ancora non lo ha concepito, perché altrimenti non potrebbe copulare con sua madre nel passato per metterlo al mondo e consentirgli poi di salvare l’umanità (nel passato e nel futuro?) dopo qualche minuto azzera le batterie del cervello che rifiuta di fare altri sforzi per comprendere il plot e ci si dedica solo a una distratta contemplazione delle cupe figure che continuano a scorrere sullo schermo.
E si rimpiange di non avere pop-corn e Coca-Cola e sms da leggere o spedire per far passare il tempo.
Terminator Salvation - USA, Germania, Gran Bretagna - 2009 – 115’
Regia: McG.
Con: Christian Bale, Sam Worthington, Moon Bloodgood, Common, Bryce Dallas Howard, Helena Bonham Carter, Jane Alexander
Anno 2003. Marcus Wright è detenuto nel Braccio della Morte in attesa di ricevere l'iniezione letale. Ha ucciso il fratello e due poliziotti e vuole soltanto farla finita ma la dottoressa Serena Kogan ha deciso per lui un altro destino: consegnare il suo corpo alla scienza per fargli avere una seconda opportunità.
Anno 2018. John Connor, leader della Resistenza contro Skynet e il suo esercito di Terminator, cerca di distruggere il nemico e di trovare suo padre Kyle Reese per garantire un futuro all'umanità dopo l'apocalisse nucleare scatenata dalle macchine.
L’ambiguo Marcus lo aiuterà, dapprima diffidenti ma comunque determinati a vincere la battaglia, collaboreranno per la giusta causa.
Un divertente polpettone splatter da 10 euro da vedere con gli appositi occhialoni. Il pubblico si scansa già alle prime scene, davanti a un braccio gocciolante sangue che sembra cadergli addosso e abbassa la testa d’istinto quando un mento, staccato da una picconata dell’amabile assassino, viene scagliato verso la platea.
La tensione e i colpi di scena non danno tregua, tanto che dopo 10 minuti si finisce col dargliela su e ci si rilassa indifferenti (ma non troppo) a godersi questa baracconata da Gardaland.
S. Valentino di sangue 3D (My Bloody Valentine 3-D) - USA 2009 – 101’ - VM 14
Regia: Patrick Lussier
Con Jensen Ackles, Jaime King, Kerr Smith, Kevin Tighe, Edi Gathegi, Tom Atkins, Betsy Rue, Megan Boone, Karen Baum, Joy de la Paz, Todd Farmer, Jeff Hochendoner, Bingo O'Malley, Liam Rhodes, Selene Luna, Brandi Engel, Marc Macaulay
Ad Harmony, cittadina mineraria negli Stati Uniti, un incidente in galleria causato dall'incompetenza del giovane Tom Hanniger provoca la morte di cinque minatori.
L'unico sopravvissuto, Harry Warden, risvegliatosi dal coma per vendetta viene spinto a commettere un massacro nel giorno di San Valentino.
Dopo dieci anni Tom, ancora oppresso dal senso di colpa, fa ritorno in città speranzoso di riuscire a superare il nefasto passato, ma il suo ritorno fa sì che anche Harry Warden ricompaia in scena per completare il massacro.
Che il serial killer sia con voi!
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