Con il giornalista-pittore-investigatore Philip Trent…
La vedova del miliardario di E.C.Bentley, Mondadori 2009.
Un libro che ci riporta di colpo ai giorni nostri. Qui abbiamo il ricchissimo magnate della finanza Sigsbee Manderson che fa il bello e il cattivo tempo negli affari della Borsa. Tutti lo temono, tutti lo odiano. Fino a quando gli capita quello che dovrebbe, pardon potrebbe capitare a chi ha troppa fortuna. Di lasciarci le penne senza volerlo. Con una pallottola nell'occhio sinistro.
E allora arriva Philip Trent giornalista-pittore-investigatore a vederci chiaro. Trentadue anni, colto, brillante, pieno di buonumore, fuma il sigaro e tiene sempre a portata di mano un taccuino che gli serve per i suoi schizzi. Già a vent'anni si era guadagnato una discreta fama nell'ambiente artistico inglese. Poi, come successo già al grande Poe, era riuscito a risolvere un caso intrigante attraverso la sola lettura dei giornali. E dunque in seguito avrebbe percorso questa strada lavorando per James Molloy direttore del "Record". In serena armonia con l'ispettore Murch di Scotland Yard, uomo tranquillo, di grande coraggio e "molto furbo".
Per quanto riguarda il delitto alcuni particolari saltano subito agli occhi: mancanza dell'arma, strane ecchimosi e graffiature sui polsi del cadavere, le scarpe di vernice troppo strette, vestito di tutto punto ma privo della solita dentiera ecc…Possibili indiziati la moglie stessa, i due segretari, i domestici, il ragazzo addetto alle pulizie delle scarpe, il giardiniere come nel più classico dei classici.
Su Trent aggiungo che ha una discreta considerazione di se stesso "Io sono il migliore investigatore del mondo" e che viene catturato dal fascino della signora Manderson. Abbiamo un suo articolo inedito che ha spedito a Molloy nel quale chiarisce le sue conclusioni sul misterioso assassinio, la storia della moglie e quella del segretario americano (che sa giocare anche a scacchi…), la chiusura finale a effetto.
Qua e là battute sui domestici francesi diversi da quelli inglesi, considerazioni sul malcontento della classe operaia americana rispetto a quella inglese, critica alla società dei ricchi presi solo dal dio denaro ecc…
Prosa lucida, precisa, senza troppe svirgolettate o colpi d'ala, minuziosa nello svelare la psicologia dei personaggi. Una prosa tranquilla ed educata che riveste un buon prodotto.
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