Se tra lettori di gialli e di thriller si parla di “giallo scandinavo” è quasi normale citare subito il nome di Henning Mankell e del suo protagonista di tante indagini (nove come l’autore aveva deciso fin dall’inizio), l’ispettore Kurt Wallander.
In questi giorni la Marsilio, editore storico di Mankell ma anche l’editore che ci ha fatto conoscere tanti ottimi romanzi di scrittori del Nord Europa, ha inviato nelle librerie l’ultima sua fatica dal titolo Il cinese (Kisenen, 2008).
Si tratta di un romanzo che la critica e la stampa svedese considera tra le migliori opere di questo autore. Il cinese è un thriller politico che tocca tutti i tempi a lui più cari, una storia di csoprusi e vendette, dove gli errori del passato riemergono in un presente di sconvolgenti lotte di potere.
Le vicende del romanzo prendono l’avvio con la scoperta, fatta dalla polizia di Hudiksvall, di un orribile massacro effettuato all’interno di un piccolo villaggio: diciotto persone sono state uccise e tutto lascia intendere l’opera di un folle.
La protagonista, il giudice Birgitta Roslin apprende della strage, ha la netta impressione che non sia stata opera di un folle criminale e si rende conto che tra le vittime vi erano persone a lei molto vicine decidendo così di occuparsi del caso. Una indagine difficile e la scoperta di un diario, scritto cento anni prima, le svelerà una terribile storia di violenze e soprusi.
Altri indizi la porteranno addirittura in Cina, sino a Pechino a contatto con una realtà e un modo di vivere completamente alieno, ma i nuovi padroni della Cina di oggi non sono molto diversi dai brutali capitalisti occidentali.
Henning Mankell è nato nel 1948, nei pressi di Stoccolma. E’ scrittore e regista teatrale. Attualmente vive tra la Svezia e il Mozambico. Come scritto è l’autore della fortunatissima serie dell’ispettore, della polizia di Ystad, Kurt Wallander, nove episodi, tradotti in tutto il mondo.
In una fredda giornata di gennaio, un lupo affamato arriva a Hesjövallen, nel nord della Svezia. Sente l’odore del sangue. Nel villaggio ci sono i corpi di diciannove persone: di fronte a una strage così feroce e assurda, la polizia pensa al gesto di uno
squilibrato. Può davvero la follia essere così ben pianificata? Il giudice Birgitta Roslin non lo crede e, in nome del legame che la unisce ad alcune delle vittime, decide di occuparsi del caso. Seguendo la pista di un nastro di seta rossa ritrovato nella neve, unica traccia in un’indagine che sembra senza via di uscita, Birgitta arriva a Pechino, alla ricerca del nesso misterioso tra un diario scritto più di cento anni prima e la violenza senza senso che si è scatenata in quello sperduto villaggio. Coinvolta in un diabolico conflitto intestino al governo, dove in gioco ci sono la supremazia e l’assetto del paese, Birgitta dovrà confrontarsi con le nuove forze al comando nella Cina che si prepara alle Olimpiadi, novelli mandarini pronti a rivendicare il loro posto sulla scena internazionale, e constatare cosa può succedere quando una grande potenza non ha risolto la questione della democrazia.
Il cinese di Henning Mankell (Kinesen, 2008, Traduzione Giorgio Puleo, Marsilio Editori, collana Farfalle, pagg. 587, euro 19,00) - ISBN 978-88-317-9787-0
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