Con l’ispettore Gunnar Barbarotti…
Era tutta un’altra storia di Håkan Nesser, Guanda 2009.
Ormai vengo preso da un attacco di ansia quando mi appresto a leggere un giallo o nero che dir si voglia. Le domande sono sempre le stesse. Vediamo quali problemi hanno da superare i nostri eroi o le nostre eroine se ne trovasse mai qualcuno/a in pace con se stesso/a e con la vita. Vediamo se c’è qualcosa di diverso dalle solite pappardelle. Spesso mi chiedo se le recensioni non debbano essere precluse a vecchietti rincitrulliti dalle troppe letture come il sottoscritto e non invece affidate soltanto a giovani virgulti capaci ancora di sorprendersi di fronte a novità che novità non sono. Mah…
Qui abbiamo l’ispettore italo-svedese Gunnar Barbarotti di Kymlinge di quarantasette anni, padre mai conosciuto, divorziato con tre figli, i due maschi alla ex moglie, la femmina Sara con lui. Per poco perché se ne parte a studiare a Londra. Si innamora di Marianne a sua volta divorziata (logico) con due figli. Durante l’indagine viene esonerato perché picchia un giornalista, ha bisogno di un supporto psicologico. Sul piano della sfiga personale ci siamo. Anche se, ad esser sinceri, il nostro Gunnar affronta la vita con filosofia ed una discreta fiducia in nostro Signore (legge la Bibbia da sei mesi). Macchina Citroën, al bisogno la bicicletta. Barba lunga un po’ arruffata, birra ad ogni occasione tanto per aggiungere qualche particolare.
Sul piano delle pappardelle il solito assassino che manda biglietti di morte (però è di parola) e scrive in prima persona una storia passata, il profiler che ormai si infila dappertutto come il prezzemolo, il classico giornalista impiccione, fotografie rivelatrici (almeno per una parte), solito contorno di colleghi e colleghe, natura che fa capolino qua e là a stuzzicare sentimenti.
Un impasto (anzi un impastone trattandosi di oltre cinquecento pagine) di cose nuove e risapute scritte con una certa classe.
Libro interessante sotto il profilo psicologico, arzigogolato e poco convincente riguardo alla semplice credibilità (leggi spiegazione finale). Prosa scarna, essenziale, domande sulla vita e sugli uomini, dubbi, incertezze, assilli, senso di impotenza che affliggono il protagonista, ironia (preso dai problemi inciampa in una radice e rischia di finire in un cespuglio di prugnolo). Alla fine da solo sta per ritrovarsi con una nuova famiglia allargata. Molto allargata…Lo vedremo in seguito (mi immagino).
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