Un corpo nel lago è il quarto libro della saga islandese dell’ispettore Erlendur e della sua squadra della polizia criminale di Helsinki creato da Arnaldur Indridason.
Un corpo di un uomo assassinato viene trovato casualmente in un lago, lo scheletro è legato a una ricetrasmittente di fabbricazione sovietica. E’ l’inizio dell’inchiesta che porterà l’ispettore Erlendur e la sua squadra a indagare per mesi fra le persone scomparse in Islanda negli anni 70 e poi fra gli ex studenti dell’università di Lipsia.
Una storia poliziesca molto nordica, nel senso in cui tutti ci immaginiamo in profondo Nord. Toni grigi della natura, acque cupe, grigiore interno ai personaggi. Ognuno con il suo carico di sofferenza e di disperazione da portare addosso e talvolta da nascondere agli altri.
Uno schema narrativo su due piani lontani nel tempo e nello spazio: l’indagine poliziesca che si svolge ai tempi nostri e una ambientata sul finire degli anni 50 fra gli studenti inviati dal partito comunista islandese all’università di Lipsia.
Sullo sfondo la crisi dei valori del partito unico che porterà di lì a poco alla rivolta dell’Ungheria. Un periodo che doveva essere felice per i giovani selezionali dal partito e che invece si trasforma prima in delusione in un incubo di tradimenti, sospetti, paura.
La Storia con la S maiuscola che si intreccia con storie personali. Alla fine, come in ogni poliziesco che si rispetti, l’ispettore Erlendur arriverà a conoscere una parte di verità ma ad un prezzo alto.
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