Nella casa del diavolo (Deux et demi ou le roman du Diable, 2008) è il secondo romanzo di Alec Covin che approda sugli scaffali delle librerie italiane.
Con il suo romanzo d’esordio dal titolo La setta dei lupi sanguinari (Newton Compton – 2007) l’autore si era guadagnato una folta schiera di lettori che riteniamo aumenterà di molto dopo la pubblicazione del presente romanzo.
Sino a poco tempo fa quasi nessun autore francese si dedicava alla letteratura di genere e parole come thriller, fantastico, angoscia, suspence oppure horror erano termini da non usare. Ora, invece molti scrittori si dedicano a questi generi, con idee fresche e vengono premiati dalle vendite ottime in campo nazionale e anche europeo. I nomi nuovi di questi scrittori sono Marc Levy, Bernard Werber, Jean-Christophe Grangé e poi tre autori: Maxime Chattam, Guillaume Musso e Alec Covin.
In particolare Alec Covin semina il terrore “all’americana” e in patria viene definito lo Stephen King francese mentre altri lo accostano e può anche essere paragonato al miglior Richard Matheson.
L’autore è nato nel 1970, è laureato in cinema e ha lavorato in una galleria d’arte contemporanea, prima di passare alla scrittura. In una intervista afferma “di avere una cultura sufficientemente completa, se non varia e, scherzando aggiunge, che questo gli permette di avere sempre una o due sottigliezze da dire a tavola”.
La sua vasta cultura si unisce a un non comune senso per la suspense e tutto questo lo troviamo riversato nel romanzo.
Un brano del romanzo:
Tentò allora di aprire l’involto.
Provò per tre volte, senza risultati, poi, all’improvviso, il nodo del fagotto cedette e mentre il sangue che era ancora all’interno si spandeva sul coperchio e scivolava lungo i fianchi del contenitore, qualcosa cadde ai piedi di Grace con un suono metallico. Saltò indietro gettando un gridolino impaurito. Col cuore che le batteva nel petto come un tamburo, fissò per un istante il sangue che colava sul contenitore; poi, abbassando gli occhi, vide l’oggetto davanti a sé. Era un coltello. Un grande coltello.
Si avvicinò un po’, con un’infinita prudenza, come se temesse di vedere il coltello saltarle al viso; poi, con il sostegno, lo spinse verso di sé. «Oh, mio Dio!» disse, congelata dallo spavento.
Malgrado la quantità di sangue che lo ricopriva ancora ovunque, lo aveva riconosciuto immediatamente. Era il pugnale da caccia che aveva descritto nella scena del suo romanzo, quello con cui una ragazza era stata squartata viva.
Non poteva sbagliarsi.
Una spaventosa lama a doppio taglio ricoperta di lame di rasoio e munita di un manico osceno, in legno nero e nodoso, che rappresentava un membro virile. L’oggetto che aveva sotto gli occhi era esattamente l’oggetto che aveva descritto nel suo libro.
Restò pietrificata per un istante, ripetendosi che era impossibile.
Quel coltello non esisteva, lo sapeva. Era un parto della sua immaginazione.
«Oh, mio Dio, che mi sta succedendo?» si domandò in preda a un’incredibile confusione.
Il suo sguardo fu attratto da un’altra cosa poco distante. Era caduta con il pugnale.
Sbatté le palpebre, stupefatta.
Era un pezzo di carne sanguinolenta.
Un pezzo di seno con il capezzolo.
Sotto shock, Grace Austin perse conoscenza.
Grace Austin, brillante e bellissima scrittrice quarantenne, è in piena crisi creativa da ben tre anni. Viene contattata dai Fisto, una coppia di anziani benestanti, che le offrono alloggio nella loro villa nei pressi di Fontainebleau, nel nord della Francia, per un intero anno, in modo che possa ritrovare l’ispirazione perduta. La donna accetta e si trasferisce con la sua compagna, Kate Henry, in quella villa immersa nella foresta, isolata da tutto e da tutti. Laggiù, per la prima volta, Kate e Grace possono vivere il loro amore in piena libertà e in totale solitudine. L’ispirazione non tarda ad arrivare, e Grace comincia a scrivere un romanzo poliziesco, intitolato Barbarian State. Sente che sarà la sua opera migliore, ma rimane sconvolta quando si ritrova a scrivere scene violente, molto lontane dal suo solito stile. Nel frattempo il suo modo ossessivo di lavorare finisce per allontanarla da Kate, e un imprevisto giunge a scuotere ancor più la loro esistenza: una telefonata del precedente inquilino, che mette in guardia le due donne dicendo loro che la villa è stata teatro di crimini efferati, e che ora è considerata una villa maledetta…
Nella casa del diavolo di Alec Covin (Deux et demi ou le roman du Diable, 2008, Traduzione Arianna Giancola, Fanucci Editore, collana Gli Aceri, pagg. 306, euro 17,50) - ISBN 978-88-347-1496-6
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