Ho letto nella pagina degli spettacoli di un diffusissimo quotidiano milanese un autorevole critico che strapazza il film. Rimpiange il “vecchio” Bond. Io vedo i film di 007 da quando avevo dieci anni e non ho mai letto una critica positiva su detto giornale firmata da detto critico. Mi domando cosa rimpianga… se non di aver visto realmente i film prima di scriverci sopra.
Detto questo io sono di quelli che, al cinema, sono andato già “comprato”. Quando 15 anni fa cominciai a scrivere Il Professionista (serie di spy-stories che vanta più di 26 episodi e decine di racconti) il modello di Fleming era ineludibile. Non l’unico però. Sinceramente il filone lo conosco in ogni sfaccettatura. Ho cercato di creare qualcosa di originale ma certi richiami erano d’obbligo. Il Bond dell’era Craig è quello più simile alle cose che scrivo, quello che mi sarebbe sempre piaciuto vedere. Devo ammettere che quelli con Moore (quelli della mia giovinezza…) purtroppo mi risultano fastidiosi per eccesso d’ironia. Quantum of Solace è(per chi è stato attento) il secondo episodio di una nuova serie e prelude a un terzo capitolo in cui dovrebbero chiudersi diversi fili lasciati in sospeso. L’azione è frenetica, molto “Bourne Identity” per intenderci. Qualcuno potrà dire che la trama ne risente ma i film (non i romanzi) di Bond hanno sempre privilegiato la spettacolarità. Ricordate gli interminabili inseguimenti in auto di Vivi e lascia morire? Qui nervi, adrenalina e poco importa se la geografia diventa un’opinione. Siamo qui per vedere l’eroe che spara,picchia e seduce e questo otteniamo. Certo, a quanto pare Olga Kurylenko dovrà aspettare per entrare nel letto di Bond ma Gemma Haterthon ci cade con conseguenze letali… Che volete di più? Una bella scena di incastro al teatro dell’opera di Bregenz che secondo me ha una geometria da film di Jonnie To e non è un complimento da nulla. Le carte migliori però Forster (regista di film d’autore) le gioca, rivelando con poche battute, dubbi e sfaccettature “nere” tra Bond e Mathis, e nella sequenza in cui 007 sta per sopprimere la sua compagna per non lasciarla bruciare. Dettagli, ma che spostano l’asse del racconto dal solito Bond qualcosa di nuovo. Una nuova serie che non fa conforti con la vecchia se non per qualche citazione(la Haterthon immersa nel petrolio…). E poi un film dove l’effetto speciale ha un ruolo delimitato, gli scontri in auto sono realizzati con vetture vere (le abbiamo viste a Limone…chi c’era lo sa…) e non in CGI. Ovviamente nessun film,come nessun libro, è perfetto. La canzone dei titoli di testa mi pare un po’ fuori tono e sotto media e il cattivo Mathieu Amalric, benché ottimo interprete, manca della fisicità necessaria a far ombra a Bond. Come dicevamo dettagli in un film serrato e più corto degli altri. Senza un attimo di respiro… Se poi ne volete sapere ancora di più, di corsa ad acquistare Mito Bond di cui parlavamo nella scorsa puntata.
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