Venerdì 27 marzo, presso la Libreria Mondadori di via Trotti 58, ad Alessandria, parte la rassegna dedicata a Babele Suite (notizie/7861): una mostra di bozzetti, immagini e copertine Babele Suite creati da Onofrio Catacchio e una serie di incontri (in fondo il programma) con gli autori della collana, ideata e diretta da Luigi Bernardi. Una collana di “gioielli editoriali”, come è stata definita anche dai media e dai lettori, in cui autori affermati ed esordienti sono alle prese con l’arte della scrittura breve. Ogni gioiello risplende per la sua peculiarità: 128 pagine da sfogliare, divorare e collezionare. Le interviste a tutti gli autori le trovate in rubriche/7890. Di seguito una selezione delle risposte degli artisti che hanno contribuito alla realizzazione di questa incredibile avventura editoriale.
Risponde Luigi Bernardi, ideatore e direttore delle collane
Ci racconti la genesi di questo progetto?
È un progetto che risale al 1999, mi pare. Doveva uscire per Adnkronos libri, prima che chiudesse le edizioni di varia. Poi era transitato da Einaudi senza fortuna. L'ho ripreso per PerdisaPop in una formula monca rispetto all'originale. Doveva essere una collana Babele suddivisa in quattro serie BabeleMix (piccole antologie d'autore) BabeleRemix (riscrittura di novelle celebri), BabeleSolo (novelle) e Babele non ricordo cosa. È rimasta solo BabeleSolo che è diventata BabeleSuite.
Risponde Onofrio Catacchio, illustratore
Qual è l'idea di fondo della linea seguita per disegnare le copertine?
Le linee sono due: per i talkie un immagine, un disegno che sintetizzi l'idea del testo. Lo spunto di partenza era di associare un oggetto a una figura che fossero presenti nel racconto. Ma è stato un punto di partenza per focalizzare il tipo di cover da dare alla collana. Ogni romanzo ha, naturalmente, caratteristiche proprie.
Per i babele è un pò diverso, sono più "pop", cerco di inserire elementi grafici, segnaletici o decorativi mescolandoli con il disegno. Credo rispecchino meglio l'idea della collana. Tutto si tiene grazie ai colori "sociali" dei Babele: il nero e il rosso.
Risponde Angelo Marenzana, scrittore
L'esistenzialismo come tinta del noir per "Buchi neri nel cielo", il tuo romanzo appena uscito. Approfondiamo meglio il discorso esistenzialista?
É un omaggio a Lo Straniero di Camus, libro fondamentale nella mia crescita. Nel mio romanzo la storia di un uomo in fuga da vent'anni, il fallimento di ideali, della sua logica di vita, il senso di estraneità che prova con la realtà, la marginalità dellaa sua esistenza credo che sino i componenti essenziali dell'esistenzialismo per come lo interpretiamo noi dalsecolo scorso e da un punto di vista letterario. forse un po' distante dalle sue radici nella filosofia tedesca.
Risponde Danilo Arona, scrittore
Il titolo del tuo romanzo, “Santanta”, si riferisce al Santa Ana, il vento caldo e improvviso che fa ammattire la California, soffiando con caratteristiche di intensità e mistero. Queste ultime due caratteristiche sono in comune con quelle della collana. Ne aggiungi altre?
Di sicuro una caratteristica letteraria che si riferisce ai molti scrittori americani che si sono cimentati col Santa Ana. Una tradizione noir che vede il suo apice in Raymond Chandler e in un racconto straordinario dal titolo "Vento rosso" dove si descrivono proprio gli effetti "criminogeni" provocati dal vento. Effetti devastanti e disturbanti e scientificamente inoppugnabili. Quando lo lessi a vent'anni o giù di lì, mi dissi che avrei scritto un giorno anch'io qualcosa sull'Alito del Diavolo. E la saga continua... perché ora sono impegnato in un "Santanta Prequel"...
Le interviste integrali a tutti gli autori in rubriche/7890
Dettagli sulla mostra anche in notizie/7861
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