Milano, come Roma e tante altre grandi città sono spesso palcoscenico per raccontare storie tra il giallo e il noir, in quanto entro una grande città ci sono tutte le contraddizione della nostra moderna e cinica civiltà.
Anche il romanzo Ladro di sogni, scritto da Sergio Paoli è una storia che si svolge in una grande città, Milano capitale di un Nord ricco dove ormai i migliori sentimenti umani sono un lontano ricordo. E in questa città piena di contraddizioni, l'autore ci racconta una storia fatta di personaggi che vivono nella sua periferia mal sopportati ormai da una società sempre più xenofoba e alla ricerca di una "sicurezza" a tutti i costi per i cittadini benestanti.
E in questo scenario vive e lavora il vicecommissario Marini che deve sbrogliare una difficile vicenda con due cadaveri e molto altro tra campi nomadi, straccioni e mille altri emarginati.
Quanto ci narra Sergio Paoli ha una traccia di verità in quanto l'autore, quando era solo un ragazzo ha vissuto veramente un episodio simile a quello inserito nel contesto del romanzo.
L'autore è nato a Viareggio quarantacinque anni fa, laureato in economia attualmente vive e lavora a Lecco. Al suo attivo ha la pubblicazione di una raccolta di racconti dal titolo Rumori di fondo.
Un brano del romanzo: "La figura sopra di lui si sposta di poco. Afferra qualcosa. Non lo libera. Perché?
Del liquido gli cola sulla testa, sul tronco, su tutto il corpo. Benzina.
Gli sta rovesciando addosso benzina. Vede solo le scarpe immobili, poi evidentemente la tanica si svuota e le scarpe escono. Sente il rumore intorno alla casa. Poi tornano dentro. Si fermano ancora li, davanti al suo viso. Sta per finire, Rusconi non ha la forza di chiamare aiuto, perde sangue dalla testa ed è zuppo, puzzolente.
Vorrebbe supplicare, chiedere pietà, piangere, gridare, ma non riesce a fare nulla.
Poi un cerino viene sfregato e tutto inizia a bruciare.
La catapecchia di Rusconi è stata cosparsa di benzina con abbondanza. Settanta litri, fuori, dentro, e sui suo corpo.
Il cerino viene buttato acceso sulle coperte del letto. Sembra non succeda nulla. Da principio, il letto si incendia piano, ma le fiamme si diffondono in un attimo. L'accelerante è ovunque, ed in pochi minuti tutta la casa mobile arde.
Si illumina, il campo nomadi di via Bettola. Si comincia a sentire il rumore del fuoco. Sempre più, si alza un fumo nero che proviene dai componenti di polifibra della casa. Nella piccola cucina interna, c’era una bombola di gas, mezza piena. Viene raggiunta dalle vampate, esplode, e vola fuori sfondando una parete in polifibra.
E atterra a due passi da una delle tende dei rom, che stanno dormendo. Dentro ci sono Vissalòm e sua moglie Sanra con i figli Taev, Rhiana e Llhran. È questo, il più piccolo dei tre, a sentire un forte botto. Si sveglia, e chiama "Dé" (mamma in romanì)."
In una periferia milanese grigia e senza speranze, il vicecommissario Marini è il protagonista di una storia avvincente. Scopre un Paese semplice dove riemergono antichi razzismi, paure primordiali alimentate dalla propaganda, nuovi fascismi e xenofobie. Sullo sfondo, come sempre, qualcuno pesca nel torbido.
Ladro di sogni di Sergio Paoli (2008, Fratelli Frilli Editori, collana I Tascabili 201, pagg. 227, euro 9,90) - ISBN 978-88-7563-453-7
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