“Proprio Furio non riesco a capire” domandò serio e perplesso Thomas, alzandosi dalla poltrona di vimini davanti alla veranda della roulotte in cui abitava “cosa mia moglie abbia trovato in te che io non ho?”
“La tua ex moglie” sottolineò Furio.
“Touché” convenne Thomas.
“E poi” disse Furio, allagando le braccia in maniera inequivocabile “guardati intorno come ti sei ridotto e dove sei finito; eri un famoso sommelier, ricercato un po' da tutti i locali alla moda ed ora non fai nemmeno più compassione al peggiore dei chioschi da strada di tutta la riviera”.
“Tuttavia” continuò Thomas, ignorando la chiara offesa dell'ospite e scomparendo dentro la roulotte “sono lusingato per l'invito al vostro matrimonio e per dimostrarlo voglio aprire una bottiglia particolare, che avevo tenuto da parte per occasioni simili”.
“Non ti devi disturbare” disse Furio lasciando la lettera d'invito ai bordi di una seggiola di plastica da giardino “sono venuto solo perché Laura ha insistito”.
“Altroché” commentò Thomas uscendo con una bottiglia di bianco già aperta e due bicchieri di plastica in mano.
“Scusami” disse ironico il padrone di casa “ma probabilmente l'avevo già aperta per un'altra occasione, forse il mio divorzio. Non ricordo?!”
Thomas versò il vino nei bicchieri e ne offrì uno a Furio. “Sai” disse poi, sospendendo le parole come se stesse per dire un uso comune “il vino, lo si deve degustare pensando alla Bambola”.
“Scusa!?” domandò Furio credendo di aver inteso male.
“Certamente” spiegò Thomas “conosci la canzone della mitica Patty Bravo?”
Furio annuì.
“Ricordi il suo ritornello?”
“Sicuro” rispose Furio.
“Ecco” continuò Thomas ruotando in circolo il bicchiere di vino con mano esperta e dopo poco bevendone un lungo sorso. Prese poi su un tavolino da spiaggia, proprio davanti a loro, sotto la veranda un telecomando ed attivò uno stero all'interno della roulotte. Immediatamente la musica della canzone di Patty Bravo iniziò a suonare e con questa, la voce della cantante.
Tu mi fai girar, tu mi fai girar come fossi una bambola. Poi mi butti giù, poi mi butti giù come fossi una bambola...
Furio, distratto un po' dalla musica e un po' dalle parole di Thomas che lo avevano fatto pensare, non si era accorto che l'ex marito della sua compagna, aveva estratto dalla tasca del costume da mare che indossava, un piccolo coltello da cucina e ora lo nascondeva dietro la schiena. Alla fine del secondo giro di ritornello della canzone, con precisione quasi chirurgica, Thomas colpì all'improvviso alla gola Furio.
Furio fu come pietrificato e non si accorse quasi di nulla. Poco dopo però cadde a terra, stringendosi con entrambe le mani la ferita, cercando di fermare la fuoriuscita copiosa di sangue, ma più si agitava e maggiore era quello che usciva e poi ingoiava.
Thomas nel mentre torreggiava sull'agonizzante disteso ai suoi piedi, cullato dalla canzone di Patty Bravo, ballando e sorseggiando ottimo vino.
Furio scalciò ancora come un naufrago in mezzo al mare che stava per affogare e le sensazioni che provava erano molto simili.
Ancora qualche calcio, ancora un respiro e poi Furio, in un ultimo sorso, trangugiò come un semplice bicchiere di vino tutta la sua vita.
“Bravo, bravo” commentò infine Thomas “butta giù, butta giù che mi fai bene!”
La musica e la canzone di Patty Bravo continuarono a suonare in sottofondo come un ultimo saluto.
Tu mi fai girar, tu mi fai girar come fossi una bambola. Poi mi butti giù, poi mi butti giù come fossi una bambola...
Sono Cristian Poppi nato a Molinella (BO) il 16/04/1975. Sono laureato in Filosofia all'Università di Ferrara. Sono stato finalista ai concorsi Tiro Rapido 2006 promosso dalla Porsche e dalla De Agostini in collaborazione con la rivista Noir e a Degustibus 2008 promosso dalla Casa editrice Damster. Nel 2007 sono stato tra i vincitori del concorso per racconti gialli Giallo Latino indetto dalla provincia di Latina ed dalla casa editrice Egobook.
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