Aspettando il sole, pellicola che “quasi” rispetta per intero le tre unità aristoteliche (spazio e tempo sì, azione no…). Tutto in un albergo, tutto in una notte: due balordi che cazzeggiano con un portiere d’albergo, una troupe di un film porno al lavoro, uno strano cliente che mentre accudisce il proprio cagnolino contemporaneamente cerca di imparare il tedesco, una coppia di amanti clandestini, un uomo perennemente al telefono con l’ex fidanzata, due rapinatori di cui uno fesso, un televenditore di gioielli che interagisce dallo schermo col fesso di prima. Varia umanità, ognuna con la sua precisa caratterizzazione ma che la sceneggiatura sceglie di mandare un po’ a ramengo, ognuna a coltivare il suo orticello o la persona a lui più vicina, così che al film manca quel qualcosa che lo avrebbe fatto “corale”.
Comunque a riunire il tutto, sotto lo stesso tetto (si fa per dire…), ci pensa il finale apocalittico (che ci sia lo zampino delle tèrmiti che ad esserci ci sono ma che non si vedono mai?).
Però Ago Panini sa come dirigere al meglio il cast a disposizione con Claudia Gerini e Bebo Storti su tutti gli altri.
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