Quando ci si sforza troppo per far ridere…
Vado a momenti. Passato quello triste e deprimente (vedi Dopo lunga e penosa malattia) ecco arrivare quello gioiosetto-giocherellone per cui mi è risultato facile accaparrarmi Le incredibili disavventure di un autentico cacasotto di Manuel Manzano, Kowalski 2009, tra l’altro con una copertina rosso fuoco che sprizza allegria.
Siamo a Barcellona. Si parte con Gabriel Saviela, pazzo-cieco, che taglia a pezzi la madre, la bolle e la mescola con il riso; si continua con la storia di Manuel Bun, giornalista addetto alla stesura di cruciverba innamorato fradicio di Emma (lo lascia e poi lo riprende); si procede con le indagini di Boris Beria Fuensanta, soprannominato il Russo, viceispettore della Omicidi, coadiuvato dall’aiutante Nicodemo disposto a tutto “purché questi continuasse a portarlo a puttane una volta al mese”.
Accanto alle tre storie principali un affastellamento di altre storie personali tratte dal passato infilzate una dietro l’altra. Tutte strane, incredibili, impossibili, un coacervo dell’assurdo, del ridicolo, del grottesco, dell’esasperato. Ora la trovata è divertente, ora invece, proprio per voler cercare a tutti i costi l’effetto esilarante, diventa sciapa e noiosetta. Il tentativo continuo ed assillante di far ridere finisce, dunque, per sortire spesso l’effetto contrario.
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