A gennaio ha aperto i battenti il Nuovo Cinema Nosadella con una spaziosa sala, pavimentata in porfido, in una zona di Bologna più accessibile alle auto, inaugurando la stagione con l’atteso Tony Manero, pellicola vincitrice della 26esima edizione del Torino Film Festival diretto da Nanni Moretti che ha premiato anche il  protagonista Alfredo Castro come miglior attore.

Fino allo scorso anno il Cinema Nosadella era dislocato in un vecchio stabile bolognese affacciato sull’angusta via omonima. Per accedere al cinema ci si faceva scaricare al volo sotto al portico mentre il guidatore di turno, impossibilitato ad accostare, dopo essersi fatto ricoprire d’insulti dalle macchine dietro, si perdeva sconfortato alla vana ricerca di un parcheggio e quando calcolava male i tempi  perdeva il film (e magari prendeva anche una multa).

Sotto al portico una vetrata dava accesso a un ingresso spartano, drappeggiato sul fondo da tende color polvere, dove da anni i proprietari si alternavano con cortesia a pop-corn e  biglietteria. Allo strappo biglietti provvedeva invece un signore con barba brizzolata sempre sorridente e galante con le signore.

A due giorni dalla nuova apertura la schermitrice e l’amico Bernardo, dopo avere agevolmente parcheggiato, avevano subito potuto apprezzare le  comodità delle  poltroncine verdi della fresca sala con ampio spazio per l’accavallamento gambe.

“Adoro i balli di Travolta” aveva sospirato Bernardo convinto, quando puntuali le prime immagini del film avevano cominciato a scorrere sullo schermo. Senza titoli.

“Che sia  pubblicità?”

“Mah!” Pure la schermitrice era confusa, ma l’uomo che si muoveva sullo schermo sembrava proprio l’interprete delle locandine… A volte succede che i film comincino con un prequel ma, dopo una ragionevole attesa si era capito  che l’inizio del film era irrimediabilmente perduto e  i titoli non si sarebbero più visti. Bernardo non riusciva a capacitarsi ma si agitava comunque nella poltroncina catturato dalla storia.

“Poveracci, non hanno nemmeno una pista per ballare!”

“Ma scommettiamo che il protagonista trova la maniera di procurarla?” La perfida schermitrice, che aveva già letto l’intreccio, intanto sorrideva serafica. 

“Dici?... Ma guarda che gentile, adesso aiuta la vecchietta che è appena stata aggredita, è proprio uno di cuore”

“Sissì, come no… l’aiuta, l’aiuta…”

“Nooo, ha preso a sassate la vecchietta, l’ha derubata e con i  soldi  si compra dei cubi in vetroresina per  la pista da ballo…”

“Già”

Al secondo tempo l’anima bella di Bernardo, che si nutre di cinepanettoni e romanticume, era ormai distrutta, ma non aveva ancora perso del tutto le speranze.

“Nooo, cerca di farsi la figlia dell’amante, ma non ce la fa perché è impotente, e l’amante per gelosia si vendica denunciando la sua ragazzina ai soldati di Pinochet… ma ecco, adesso lui si pente e torna indietro ad aiutarla…”

“Come no!”

“E’ incredibile è tornato indietro solo per defecare sul vestito da Tony Manero dell’amico, così non  gli rovina la gara…E’ proprio bastardo dentro!”  

La schermitrice era uscita soddisfatta, ma dispiaciuta per l’inizio del film perduto e aveva chiesto lumi alla cassa.

“Oh! Non avete perso molto!” Il proprietario del cinema aveva raccontato di un pezzo di pellicola danneggiata che non era stato possibile ripristinare  “ma se volete, potete restare a vedervelo un’altra volta…”

“No, per carità! Una  basta e avanza!” aveva quasi urlato Bernardo e  la schermitrice aveva sorriso mentre uscivano a ripigliarsi la macchina.   

Tony Manero -  Brasile, Cile 2008 - Regia: Pablo Larraín (98’)

Con: Alfredo Castro, Amparo Noguera, Héctor Morales, Paola Lattus, Elsa Poblete 

Santiago del Cile, 1978. Raúl Peralta, un uomo non più giovane e disoccupato, è ossessionato dall’idea di impersonare il Tony Manero de “La febbre del sabato sera” che spopola nelle sale del paese governato dal generale Augusto Pinochet. Assieme ad un piccolo gruppo di ballerini sul retro di uno scalcinato bar di periferia, si esercita ogni giorno sui passi del suo idolo. Quando un famoso programma televisivo, annuncia un concorso per trovare il miglior Tony Manero cileno il suo sogno sembra a portata di mano. E il febbrile tentativo di raggiungere la ribalta televisiva non si ferma davanti a niente e a nessuno. Contemporaneamente, i suoi compagni di ballo, coinvolti nell’opposizione clandestina al regime, verranno perseguitati dalla polizia politica.

 

Altro duro colpo per Bernardo è stata la visione di  Revolutionary Road.

“Finalmente un film di sentimenti! Con i protagonisti del Titanic riuniti per la prima volta dopo undici anni. Quanto ho pianto con quel film!”

La sala era gremita di signore pronte a una romantica storia d’amore anni cinquanta (con tanto di bambini al seguito. Sigh!). Donne pronte a perdonare la pappagorgia di Leonardo Di Caprio, mentre tradisce la moglie con un’insignificante segretaria, e i rotoli nella schiena della Winslet, quando si sfrega sui sedili dell’auto, nel copulare col vicino di casa. Donne pronte a perdonare anche che non si mostrino mai i due figli della coppia, visione che gli allargherebbe il cuore, e disposte a ogni angheria pur di assistere a una rassicurante riconciliazione finale, che per un attimo sembra delinearsi. Ma questo  non è il film che si aspettano.

Qui si mostra solo quello  che arriva dopo il classico  “e vissero felici e contenti…” e quello che la noia può tirar fuori col tempo anche nelle migliori famiglie.

Revolutionary Road – USA/Gran Bretagna 2008 (119’)

Regia: Sam Mendes con: Leonardo di Caprio, Kate Winslet, Kathy Bates, Michael Shannon, Ryan Sympkins

A metà degli anni cinquanta  Frank e April Wheeler sono una giovane coppia middle class che vive in un sobborgo benestante di provincia nel Connecticut.

April è un attricetta fallita,  mentre Frank indugia in un lavoro inappagante in attesa di “trovare la sua strada”.

Belli, colti e sofisticati, i Wheeler sono ammirati e invidiati da tutti i vicini di casa. Nel privato, invece, tentano di resistere ai lunghi silenzi con troppe sigarette e tanti bicchieri pieni.

Frank inizia una squallida relazione con una segretaria, mentre April si inventa una nuova vita a Parigi, dove vorrebbe trasferirsi. L'idea romantica della fuga riaccende in entrambi  passione e  fiducia nel futuro.

Revolutionary road è un dramma trasposto con ossessiva fedeltà dal romanzo omonimo di Richard Yates dal regista Sam Mendes (quello di American beuty) che riesce a far naufragare lo smisurato amore dei Rose e Jack del Titanic sulla Revolutionary road.

Che i buoni sentimenti siano con voi!