Non solo Maigret, per Georges Simenon. Ce n’è uno più nero, tormentato, autore dei romanzi senza il famoso commissario e anche della sua stessa vita; ossessivo, straripante, quasi disumano. Già lo si sapeva, e non c’è bisogno di dilungarci troppo sulla biografia dello scrittore, basta citare Willliam T. Vollmann, che gli dà il merito di aver "condensato il noir in un nero spesso e solido come il cuore di una stella nana".
Il dato interessante dell’articolo di John Banville (scrittore irlandese, pubblicato in Italia da Guanda e Minimum Fax), Profondo noir, il cuore oscuro di Simenon pubblicato sul Corriere.it il 26 gennaio, (trad. di Maria Sepa) è che fa venire voglia di riscoprire un autore discusso e controverso, forse seppellito dalla sua stessa popolarità (pare che l’abbiano letto tutti e nessuno).
Fra tutti i testi analizzati da Banville spicca La neve era sporca, "cattivo, brutale e non molto lungo, il libro ha una visione assolutamente hobbesiana della vita su questo pianeta in declino: tutti sono in guerra contro tutti."
Insomma, tanto per continuare con metafore stellari, un vero e proprio dark side of the moon anche se Simenon, più che un satellite, è paragonabile a un intero sistema solare di parole.
"Questi romans durs (come anche L’uomo che guardava passare i treni, altro racconto di un uomo in fuga; Colpo di luna, inquietante studio sulla passione e la violenza ambientato nel Congo belga; e Luci nella notte, descrizione provocatoriamente esplicita della vita americana, con tanto di alcolismo, coppie litigiose e violenze sessuali) sono grandi e raffinate opere d’arte, mascherate da letteratura popolare. Gide, che ammirava Simenon, pensava che non avesse dispiegato tutte le sue potenzialità artistiche, e probabilmente è vero. Se fosse riuscito a placare le sue ossessioni e a trovare il modo di rallentare il ritmo, forse avrebbe scritto l’opera meditata e a lungo coltivata che Gide si aspettava da lui. Ma quel libro probabilmente non sarebbe stato un "Simenon", mentre è proprio nei "Simenon" che Simenon esprimeva il suo genio prodigioso ed eclettico."
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