Iniziamo con Spirit il personaggio creato da Will Eisner (1917-2005) di cui è appena uscito il film diretto dal fumettista Frank Miller (1957).

Del resto, la prima storia scritta dal fumettista Miller per la serie Daredevil nel 1981 vedeva il protagonista alle prese con Elektra, una sua ex diventata criminale, personaggio ispirato a Sand Saref, amore perduto di Spirit.

Nel 2002 era anche uscito un libro, Conversazioni sul fumetto (in Italia da Kappa Edizioni, casa editrice che pubblica la ristampa delle storie di Spirit nella serie Gli archivi di Spirit), nel quale i due autori parlavano di fumetto e di molto altro.

Spirit è in realtà il criminologo Denny Colt, che, creduto morto, lotta contro la malavita indossando una mascherina. La serie, realizzata da Eisner e dal suo studio dal 1940 al 1952, è stata una delle più importanti della storia, per la sua grafica innovativa (soprattutto nelle avventure del dopoguerra) e per i suoi testi brillanti. Fra l’altro nella storia del 1947 Il Duce’s Locket si vede in una vignetta (qui riprodotta) Mussolini appeso a Piazzale Loreto, forse per la prima volta in un fumetto).

Successivamente, a partire dal 1978 con Contratto con Dio, Eisner realizza il primo dei suoi innovativi “romanzi a fumetti” (storie senza personaggi fissi e senza eroi). Rizzoli nella collana BUR 24/7 ha appena pubblicato in volume una selezione di alcune delle migliori storie del personaggio a cura di Andrea Plazzi, per anni fra l’altro traduttore e curatore dell’edizione italiana dei “romanzi grafici” di Eisner (dal già citato Contratto con Dio in poi), nonché amico personale dell’autore.

“Eisner era un autodidatta brillante e colto, una persona di grande umanità.” ci ha detto Plazzi. 

“E' uno dei padri della narrativa per immagini più moderna, che le sue innovazioni spesso radicali hanno portato ai massimi livelli. Letterariamente, è uno dei pochi autori di fumetti a proporre una poetica personale compiuta e riconoscibile, articolata per quasi trent’anni anni in una quindicina di lavori. Il protagonista dei romanzi di Eisner, spesso un avatar dell'autore, è un uomo di mezza età o avviato alla vecchiaia alla disperata ricerca di un senso per le sue azioni e per ciò che accade a sé e ai suoi cari, in lotta contro le avversità, il dolore e l'anonimato della società moderna”.

 

Miller, invece, diventa famoso nel 1986 rivoluzionando il personaggio di Batman con la saga Il Ritorno del Cavaliere Oscuro e poi con le varie storie noir di Sin City.

Il 2005, anno della morte di Eisner, è anche quello dell’uscita di Sin City, film (fin troppo) fedelmente tratto da alcune saghe della omonima serie e diretto dallo stesso Miller,  assieme a Robert Rodriguez e Quentin Tarantino.

Adesso il fumettista ha diretto un film ispirato alle avventure di Spirit  interpretato da Gabriel Macht.

 

Rispetto al fumetto manca Ebony, il ragazzino afroamericano spalla di Spirit  (all’epoca era amato dai neri americani, visto che era fra i pochi personaggi positivi di colore nei fumetti, adesso il suo personaggio è considerato troppo macchiettistico e quindi politicamente scorretto), ma in compenso ci sono, come già in Sin City, tante splendide femme fatales, in puro stile noir, come, fra le altre,  Sand Saref (Eva Mendes), Lorelei Rox (Jamie King) e Silken Floss (Scarlett Johansson) al cui confronto impallidisce Ellen Dolan (Sarah Paulson), fidanzata ufficiale di Spirit e figlia del commissario di polizia con cui collabora.

 

Chi scrive, non ha ancora visto il film, che è stato bersagliato da molte critiche (vedi anche Paola Rambaldi nella sua rubrica sempre su Thriller Magazine rubriche/7452) e in effetti i due autori non potrebbero essere più diversi.

“Eisner è spesso stato paragonato a Orson Welles, per il tono amarognolo e le atmosfere malinconiche, mentre lo stile di Miller ricorda invece più Kurosawa e Sergio Leone” ci ha detto Adam McGovern, critico di cultura pop e autore fra l’altro un lungo intervento critico nel volume Rizzoli.

 

Però, per quanto brutto, sarà probabilmente sempre meglio di Natale a Rio e da buon appassionato mi sa che lo andrò a vedere: dopotutto, dark lady come Scarlett Johansson ed Eva Mendes meritano la visione.

 

 

BOX: Trama di Il Duce’s Locket

Stati Uniti. Un commissario di polizia tiene in mano una foto che raffigura Mussolini appeso a Piazzale Loreto. Gliela ha data un certo Signor Bandito (un avventuriero italiano). Dalle tasche di Mussolini, secondo l’italiano, è caduto un  medaglione che contiene una mappa per arrivare al tesoro del Duce. E’ stato preso da P’Gell, una dark lady nemica di Spirit. Si scatena la caccia al medaglione, che coinvolge P’Gell, Bandito,  l’ex fascista Stiletto e Spirit (che ovviamente vincerà).     

E’ la trama di  Il Duce’s Locket (il titolo è proprio così: un insolito mix di italiano e inglese), storia di Spirit uscita nel supplemento domenicale a fumetti dei quotidiani americani il 25 maggio 1947.

 

Il Duce’s Locket è una storia molto brillante, anche se Eisner usa la classica caratterizzazione un po’ stereotipata per gli italiani, tutti criminali che si esprimono in un inglese sgrammaticato che ricorda la pronuncia italiana (come del resto la parlata di Ebony, l’amico afroamericano di Spirit, cerca di imitare l’accento dei neri d’America).