Quarta di copertina

Alan McQueen, fuoriclasse dei Servizi australiani, l'uomo che ha eliminato Abu Sabaya, uno dei più pericolosi terroristi al mondo, vuole solamente ritirarsi. Ma nessuno può ritirarsi dall'ingranaggio. Realtà con cui Mac farà duramente i conti quando l'ingranaggio torna a risucchiarlo: Abu Sabaya non è affatto morto e l'Indonesia è il suo campo di fuoco. Nel quale Mac sarà costretto ad avventarsi per fermare una minaccia terroristica in grado di fare apparire l'11 settembre come un girotondo.

Da un nuovo folgorante autore australiano, un thriller che azzanna alla gola.

Recensione

Questo esordio sul mercato italiano di Mark Abernethy si consuma tra luci e ombre. Appare evidente come l'autore si sia documentato a fondo su una varietà di argomenti, al punto da far pensare che abbia esperienze professionali nel mondo della navigazione merci e/o nella gestione portuale, così come appare coscienzioso il lavoro sui reparti militari, le organizzazioni e gli equipaggiamenti propri degli ambienti delle Special Forces o dei servizi segreti. In più Golden serpent che si svolge tutto "down under" porta ai lettori italiani atmosfere abbastanza inconsuete, il che aumenta il tasso di originalità di questo lavoro.

La trama è solida dal punto di vista logico, ben calcolata anche sul punto logistico (dove franano in parecchi) con solo imprecisioni di poco conto su alcuni mezzi di trasporto. Il passare attraverso Australia, Indonesia, Filippine, Singapore porta il lettore dentro un buon ritmo narrativo, per altro ben inframmezzato da considerazioni geopolitiche e strategiche che trovo condivisibili.

Per contro il lavoro sui personaggi è meno continuo e risente di cadute nei cliches, per non parlare di veri e propri eccessi nella tenuta fisica di alcuni, a partire dal protagonista. D'accordo che stiamo parlando di personaggi "larger than life" ma in alcuni punti si è più portati a sorridere che ad entusiasmarsi per le gesta che vengono narrate, il che non è il massimo per temi che sono drammatici. Come in un romanzo moderno che si rispetti è ben presente anche il lato umano e sentimentale del protagonista principale, ben gestito, che permette di umanizzarlo e di dimenticare alcuni passaggi a vuoto.

Una nota particolare di apprezzamento per l'attenzione consapevole riservata ai fenomeni di traffico di esseri umani, tragedia che proprio in quella parte del mondo conosce alcune delle sue pagine peggiori. Chapeau.

Cosa non funziona.

Caduta nei cliches, superomismo nel contesto di azioni realistiche, qualche ingenuità in alcune sequenze d'azione.

Cosa funziona.

Geopolitica, strategia, conoscenza del crimine organizzato, conoscenza dei singoli paesi, usi e costumi di forze armate e agenzie segrete, buon lavoro sugli aspetti oplologici.

Lato umoristico (inconsapevole...).

Troppa gente che vomita. Dopo qualche pagina diventa stucchevole.

Nota sulla traduzione: non ho letto l'originale ma ho abbastanza presente alcune particolarità dell'inglese "down under", perciò mi tolgo il cappello davanti al lavoro di Antonio Bellomi.

Non credo abbia avuto vita facile.