Come è nata questa nuova produzione? Come è avvenuto il contatto tra Star Comics e Lucarelli, in particolare, e come sono stati scelti Di Bernardo, Smocovich e il parco disegnatori?
GIUSEPPE: Galeotto fu "l'Insonne day", potremmo dire, perché proprio durante la seconda edizione della festa dedicata a Desdemona, tenutasi l'estate scorsa in occasione di "Serravalle Noir", io e Mauro ci siamo incontrati la prima volta. Mauro, che da anni è collaboratore di Carlo Lucarelli, mi disse di avere un progetto e che cercava una casa editrice per farne un fumetto seriale.
Pensai subito di metterlo in contatto con Dario Gulli che stava valutando nuove testate per la Star Comics. Dario si dimostrò molto interessato alla possibilità di coinvolgere Carlo Lucarelli in una mini serie di taglio "bonellide" e ci chiese di articolare la proposta. Dopo diversi incontri brain storm abbiamo sviluppato l'idea iniziale che è piaciuta alla casa editrice e il progetto è partito. Per i disegnatori mi sono rivolto in primis a quelli che avevano già lavorato su L'Insonne. Tra di loro hanno accettato con entusiasmo Daniele Statella e Marco Fara che firmeranno il primo numero. Francesco Bonanno, invece, sta lavorando al terzo episodio e Andrea Fattori disegnerà le copertine. Sergio Gerasi è arrivato in prestito da Nemrod, ma è un mio vecchio pallino da anni. Lo avrei voluto quattro anni fa a disegnare l'Insonne e, con molta probabilità, questo piccolo sogno si realizzerà a breve.
MAURO: Ho fatto da tramite tra Carlo e Giuseppe quando Giuseppe contattò Carlo per avere una sua opinione su L'Insonne. Poi io e Giuseppe ci siamo incontrati in Toscana e ci siamo conosciuti di persona. Tra una chiacchiera e l'altra, sicocme io avevo alcune idee per un paio di progetti a fumetto ne abbiamo parlato e l'idea di Cornelio si è fatta strada scansando le altre. Che non è detto non possano riapparire più in là… In realtà non si segue mai un solo progetto, si hanno tante idee e se ne parla, le migliori, le più fortunate, le più simpatiche… in raltà non so dire quali siano, comuqnue sia solo alcune vanno avanti per la loro strada. Altre idee rimangono nel cassetto per tempi più adatti.
Come sarà ripartito il lavoro tra Lucarelli, Di Bernardo e Smocovich?
GIUSEPPE: I soggetti sono scritti a tre mani. Alcuni sono nati più facilmente, altri hanno avuto gestazioni più lunghe. Le prime tre sceneggiature le ho scritte io e probabilmente le ultime tre le scriverà mauro. Carlo Lucarelli, le rilegge e le supervisiona.
MAURO: E' tutta una telefonata, un giro di mail, skype… presto useremo anche i piccioni viaggiatori o i pony express per comunicare e scambiarci le idee… Siamo tutti e tre narratori e ognuno di noi cerca di metterci del suo. La parte del disegno è seguita meglio da Giuseppe che è il più addentro nel mondo del fumetto.
La nuova serie si annuncia come un horror "particolare", o almeno lascia presagire l'incipit. Quale sarà il tono della serie?
GIUSEPPE: Cornelio, delitti d'autore è un thriller con una forte influenza noir è sconfinamenti horror. Vogliamo far divertire il lettore. La serie sarà di puro intrattenimento e vorrà essere allo stesso tempo paurosa ma divertente, misteriosa e leggera, fantastica ma credibile. Nella serie rivisiteremo i mostri classici della letteratura horror come zombi, vampiri, uomini lupo eccetera, ma in chiave diversa e con una lettura alternativa. Un gioco per chi la scrive e un gioco per chi la legge. Un tunnel dell'orrore che si attraversa lasciandosi cullare dal piacere della paura.
MAURO: L'orrore, l'orrore… lo faceva dire Coppola nel suo Apocalypse Now, tratto da Cuore di Tenebra di Conrad che scriveva "The Horror!" nel suo viaggio all'interno della parte oscura della vita. L'orrore sarà la chiave di lettura della serie. Paura e divertimento. Caricarsi di adrenalina con la suspense e scaricarsi con una fragorosa risata. Penso che sia più o meno la chiave di ogni intreccio narrativo che si rispetti, noi giocheremo con questo meccanismo. Paura e sorriso.
L'ambientazione sarà italiana, come sembra? L'ambientazione italiana sarà rilevante per i racconti o sarà usata "sottotono" rispetto alle storie?
GIUSEPPE: L'ambientazione sarà italiana, anzi, Bolognese come in molti romanzi di Carlo Lucarelli. Bologna è una città perfetta per un noir (come moltissime città italiane) perché ha una doppia faccia, quella positiva e opulenta della superficie e quella nascosta dei canali sotterranei. Bologna è un'ottima metafora dell'essere umano: bella fuori, tormentata dentro. Purtroppo con Cornelio non possiamo toccare temi reali per non sovrapporre il fumetto alle trasmissioni e ai libri di Carlo dedicati ai misteri italiani. Niente cronaca nera. Per questa volta speriamo che la fantasia superi la realtà!
MAURO: Io personalmente credo che si possano raccontare tantissime storie ambientate in Italia e tutte molto intriganti e molti nel passato l'hanno dimostrato. Anche Carlo ha sempre ambientato le sue storie in Italia. Abbiamo un patrimonio che è un peccato non utilizzare e mi dispiace molto quando spesso e volentieri i narratori italiani si lasciano incantare da terre straniere trascurando tante possibilità che abbiamo, tutte nostre. E' un retaggio culturale che ci trasciniamo dietro da troppo tempo quello di guardare fuori dal finestrino quando dentro il treno succedono cose incredibili.
Dopo l'Insonne, Di Bernardo conferma la sua predilezione per l'ambientazione italiana. Un segnale che si vuol dare alla spiccata esterofilia di tanti fumetti italiani?
GIUSEPPE: Per me è una scelta imprescindibile. Devo raccontare quello che vedo, e visto che in questa terra vivo, questa terra racconto. Sono cresciuto negli anni 80 e quando giravo l'Italia gli amici mi dicevano: "sei di Firenze? Ah! La città del Mostro!". Probabilmente quello è stato un elemento scatenante, mi sono reso conto che l'ambiente che mi circondava poteva avere più ombre e misteri di qualsiasi metropoli straniera mi venisse propinata dalla televisione. Le nostre strade si sono intrise di sangue di almeno mille anni di storia. I palazzi in cui viviamo trasudano l'orrore di secoli di violenza. I misteri più misteriosi sono intorno a noi, e sono quelli che fanno più paura.
Sappiamo che la serie avrà cadenza bimestrale e sarà formata da 6 numeri. C'è la possibilità che se la serie vada bene si possa protrarre oltre queste scadenze?
GIUSEPPE: Dipende da moltissimi fattori che non sono strettamente legati al successo della mini serie. Per adesso ci limitiamo a lavorare per un progetto che possa principalmente divertirvi e intrattenervi per un anno.
MAURO: Mistero misterioso. Non lo sappiamo nemmeno noi in realtà. Siamo partiti con un'idea da sei numeri e poi si vedrà.
Ormai non è più un caso isolato il rapporto tra fumetto e personaggi della cultura e dello spettacolo, dai Vasco Comics all'adattamente del romanzo di Ligabue, da Andrea Aromatico a Melissa Panarello. E' un possibile segnale di una nuova considerazione del fumetto?
GIUSEPPE: Di più. La gente ama il fumetto, ma è distratta da mille offerte d'intrattenimento. Il fumetto italiano deve portare il mondo dentro le proprie pagine e coinvolgere nomi importanti e conosciuti potrebbe essere un modo. Ritengo che il fumetto contemporaneo parli un po' troppo poco della realtà che ci circonda e questo influenza le vendite. Le persone che leggono vogliono ritrovarsi dentro le storie a fumetti, vogliono riconoscere il proprio mondo. Questo genera una emozione fortissima e fidelizza il lettore. Su questo dobbiamo tutti lavorare di più.
MAURO: Mentre lavoravamo a Cornelio, ogni tanto ci segnalavamo le uscite o le notizie di prossima uscita di fumetti scritti da cantanti, scrittori… ce ne sono tanti adesso. Penso si sentisse nell'aria, che fosse una cosa che prima o poi doveva accadere. Anzi, in Italia, come spesso succede, siamo in ritardo. Spero personalmente che anche in Italia ci sia una rivalutazione del fumetto e lo si cominci a usare, come succede in altri Paesi, come un mezzo utilissimo per veicolare le proprie storie. Con il fumetto si possono avere tanti effetti speciali a basso costo, ci pensate?
Cosa rappresenta Cornelio e le sue crisi d'ispirazione? Forse un tentativo di demonizzare una situazione, quella appunto del "blocco dello scrittore", tra le più difficile per chi vive scrivendo?
GIUSEPPE: Forse per noi è un modo di esorcizzare questa paura. Con me questa paura vale doppio, io ne soffro come scrittore ma soprattutto come disegnatore. Io spesso mi deprimo, mi sembra di non essere più capace di disegnare nulla di bello. La matita si "pianta", e non resta che aspettare che passi. Devo ammettere, però che queste crisi sono sempre occasione di crescita.
Per quanto riguarda la scrittura, è una sensazione che non ho ancora provato. Anzi, gli spazi sono pochi per tutte le storie che vorrei raccontare. Di una cosa, però sono certo. L'unico a non avere il blocco dello scrittore è proprio Carlo Lucarelli che ha appena pubblicato un bellissimo romanzo dal titolo "L'ottava vibrazione".
MAURO: Carlo ama spesso dire che non esiste il terrore della pagina bianca come diceva a sua volta Giorgio Scerbanenco. Basta inserire un parola sul foglio e già la macchina narrativa si è messa in moto, anche se poi quella parola viene cancellata da un ripensamento. Scerbanenco diceva che per scrivere bisogna solo avere voglia. L'ispirazione e l'idea iniziale ci sono continuamente, poi però bisogna sedersi e lavorare sulla scrittura, cosa che spesso non si ha voglia di fare. E' un lavoro insomma. Che parte da una fantasia, da un'idea, da un'ispirazione certo, ma pur sempre un lavoro di cesello. L'idea del blocco narrativo ci è venuta anche perché erano anni che Carlo lavorava a un romanzo che finalmente è uscita e sta avendo gtrandi riscontri positivi. Da questa situazione è nata l'idea del terrore della pagina bianca che, lo dice l'espressione stessa, richiama l'orrore, la paura e quindi le atmosfere attinenti al fumetto Cornelio.
La serie non sembra esente da una dose di (auto)ironia, è così?
GIUSEPPE: L'ironia è un elemento fondamentale di questa mini serie. Anche la sua genesi è stata uno scherzo. Mi spiego meglio, l'usare il volto di Lucarelli all'interno del fumetto è stato proprio uno scherzo di mauro Smocovich e del sottoscritto. Un colpo mancino che abbiamo giocato a Carlo, il quale, dopo un primo momento di smarrimento, ha accettato la cosa con divertimento, un po' come ha accettato e partecipato alla parodia che gli ha dedicato Fabio De Luigi.
MAURO: La cosa importante a cui teniamo è quella di distinguere il lavoro che Carlo svolge come scrittore di romanzi e soprattutto come narratore dei misteri d'italia da questa serie a fumetti che ha il solo scopo di divertirci e divertire i lettori. Sono cose distinte e ognuna delle quali richiede una serietà professionale di diversa natura. Per questo nella serie a fumetti pur non potendo evitare di parlare di realtà, che spesso supera la fantasia, cercheremo di non invadere il campo con l'attualità della cronaca nera, e soprattutto con la ricostruzione storica che fa Carlo in tv con il programma Blu Notte. E' un gioco e un divertimento per noi, e Carlo è stato allo scherzo.
Questo è un filmato promozionale creato da Chiara Bertazzoni e Michele Celentano. Voce narrante: Isabella Mancini.
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