La schermitrice ancora oggi ha l’abitudine di dormire, anche in piena estate, col lenzuolo ben ficcato sotto la gola dopo essere rimasta impressionata da piccola da alcune sequenze di uno dei primi film di Dracula. Pochi fotogrammi allora erano bastati per trascorrere notti insonni precedute ogni volta da ripetuti controlli nell’armadio e sotto il letto nel terrore di essere sorpresa dai famosi denti che le avrebbero succhiato il sangue dal collo.
Col tempo il terrore di Dracula è stato sostituito da quello, ben peggiore, di un colpo d’aria alla cervicale e ha continuato a mantenere ben coperto il collo di notte. E croci e aglio sul comodino sono state sostituite da Aulin e Voltaren.
Certo, al confronto coi film di oggi il nostro povero vecchio Dracula impallidirebbe ulteriormente.
L’amico Bernardo, che esce pazzo per gli horror-splatter, di recente è andato a vedere Frontiere(s).
Intendiamoci Bernardo esce pazzo anche per Boldi e De Sica, ma con Frontiere(s) almeno è riuscito a rimanere sveglio per tutto il tempo. Salvo coprirsi gli occhi con le mani come un bambino davanti a ogni scena sanguinolenta.
Il massacro è talmente realistico che in alcuni momenti, diceva, ti aspetti di veder arrivare gli schizzi in platea. Un vero bagno di sangue che accoglie i cattivi, in fuga da una rapina verso la frontiera (durante le proteste nella banlieue parigina), che strada facendo trovano riparo in un casale abitato da gente molto più cattiva di loro. Lo ha visto la settimana scorsa mentre la schermitrice guardava Changeling.
La schermitrice, dopo un paio di giorni, ha tentato di andare a vederlo ma non ce l’ha fatta.
Il film infatti era già stato spostato al fine settimana in notturna, all’unica proiezione delle 0,30. Un orario da veri vampiri. E al pensiero di avere l’auto nuovamente rinchiusa nel parcheggio sotterraneo da recuperare con l’aiuto di una guardia giurata, mentre gli addetti alle pulizie riempiono i pavimenti di schiuma come a una festa ibizenca, o, se va fatta bene, di riprenderla nel bel mezzo di una gara di Ape Car guidati da minorenni intenti a fare lo slalom a tutto gas tra le colonne del medesimo parcheggio, ha riunciato.
“Com’è stato Changeling?” Domanda Bernardo.
Changeling – Regia Clint Eastwood con Angelina Jolie, John Malkovick.
Ambientato nella Los Angeles del 1928, narra la vera storia di Christin Collins, ragazza-madre e centralinista con pattini che al ritorno dal lavoro non ritrova più il figlio Walter. Cinque mesi dopo la polizia, afflitta dalle sue lagnanze, le recapiterà a casa un bambino somigliante e tenterà con tutti i mezzi di convincerla a tenerselo senza protestare.
“Non mi è dispiaciuto anche se non mi ha coinvolta. La Jolie, algida e magra come un attaccapanni, non riesce a farti partecipe delle sue sofferenze per il bambino scomparso. C’è la polizia cattiva, il serial killer di bambini tormentato dalla faccia bonacciona e il giusto castigo... ma Mystic River era un’altra cosa”
A Cannes gli hanno preferito La classe, Gomorra e il Divo. Insomma nemmeno là ha convinto fino in fondo.
Tratta sempre di figli scomparsi ma è di tutt’altra impronta The Orphanage (7 premi Goya vinti).
Regia: Juan Antonio Bajona. Con Bélen Rueda, Fernando Cayo
Prodotto dall’iperattivo Guillermo del Toro che mette il suo tocco in un favolistico finale alla Peter Pan.
Dei bambini, ospiti di un orfanotrofio, giocano e di lì a poco faranno tutti una brutta fine. Solo una di loro, Laura, si salverà per miracolo grazie a una provvidenziale adozione, ma la sua punizione è solo rimandata.
Divenuta adulta tornerà sul posto col marito Carlos, per trasformare il vecchio Istituto in una casa accoglienza per bambini disabili e bisognosi di cure, come Simon il piccolo che ha adottato, affetto dall'HIV, a cui non resta molto da vivere.
Simon ha degli amici immaginari che però lasciano anche impronte sul terreno. Laura cerca di assecondarlo ma non riesce a togliersi di dosso la paura. Finché un giorno giunge un'anziana assistente sociale che consegna un dossier sul piccolo. La stessa donna sarà sorpresa una notte ad aggirarsi nei pressi del magazzino degli attrezzi. Qualche tempo dopo Simon, che ha scoperto la malattia di cui è affetto, scompare nel corso di una festa.
Una Geraldine Chaplin, di inquietante magrezza, interpreta la medium che tenta di aiutare la protagonista nelle ricerche del bambino tra le tetre pareti dell’orfanotrofio.
In questo film non esistono elementi che già non si siano visti in altre pellicole (Dark Water, The Others, Ringu 2, Il sesto senso) ma tutti sono accuratamente miscelati con una maestria da brividi.
Che il coraggio sia con voi!
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