Quel guardone del mio vicino non mi può vedere, il buio mi protegge. Ora lo vedo io: incollato al binocolo cerca dentro le finestre un briciolo di quella vita che non possiede.
Questa è la notte giusta, lui mi ha stropicciata prima, nel sesso, e potrei sempre farla passare come una violenza. La mia sarebbe legittima difesa. Impugno la statuina di marmo e la sfracello contro il suo sonno beato.
Il cane dei vicini la smetterà d’abbaiare. Complice la notte, mi avvicino strusciando al suo giardino e gli butto una polpetta di macinato magrissimo all’arsenico.
Non volevo uccidere mia sorella, ispettore, lo giuro. È vero, litigavamo sempre, ma è stata colpa della luna piena che l’aveva trasformata in lupo!
Arialisa ha voluto fare il bagno di notte. Si è calata lentamente in acqua e, senza che nessuno dei suoi amici capisse come, è scomparsa senza rumore nella distesa del mare nero.
Ho visto un fantasma, mi sono infilato nel letto di mio fratello. Lui non mi crede. Fa bene. Se vedesse il fantasma anche solo per un secondo, scoprirebbe con orrore che ha il suo stesso viso.
Marilù Oliva vive e lavora a Bologna. Insegna lettere alle superiori e, oltre alla storia antica e alla storia contemporanea, di cui è ricercatrice, è appassionata di salsa cubana e di criminologia.
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