Nella sonnolenta provincia umbra dei misteriosi omicidi scuotono la tranquilla esistenza di un eterogeneo gruppo di individui. Qualcuno sta uccidendo delle giovani e chiacchierate donne, replicando in tutto e per tutto una serie di omicidi avvenuti oltre ottocento anni prima nello Stato della Chiesa, dove un fantomatico Monsignor LaMorte dopo aver assolto le sue vittime le sgozzava bevendone il sangue.

Ma non siamo più nel XIII secolo e una simile sequenza di omicidi non può rimanere impunita. E così il commissario Oddo degli Oddi suo malgrado si vede assegnare l’intricata indagini che lo porterà a svelare il lato più oscuro, e meno nobile, dell’animo umano, mentre le indagini, seguendo un movimento concentrico, si muoveranno sempre di più verso quella ristretta cerchia di amici e conoscenti che, sebbene a prima vista immacolati, nascondono oscuri segreti e incancellabili colpe.

E’ questa la trama di La giostra dei topi – Il rituale omicida di Monsignor La Morte di Pier Francesco Paolini, da poco editi dalla Robin edizioni nella collana la Biblioteca. Quello di Paolini è un romanzo atipico, complesso e affascinante. La struttura narrativa è complessa e intricata, fatta di continui cambi di prospettiva fra i vari personaggi che compongono quella che è una vera e propria opera polifonica. Tutte queste voci, tutti questi salti temporali si uniscono in un intreccio che fa salire la tensione fino al disvelamento finale.

La prosa del romanzo è in alcuni punti ostica, ma sempre coerente ed azzeccata, la lettura richiede attenzione e partecipazione in un susseguirsi degli eventi e delle voci narranti stimolante ed innovativo. I dialoghi sono freschi e veloci, mai stucchevoli. I personaggi delineati, ad un primo approccio appaiono banali e scialbi, ma con il passare della narrazione acquisiscono in profondità e fascino. Il diamante grezzo viene lavorato e le mille sfaccettature dell’animo umano compaiono e brillano fra le pagine.