Il gioco degli scacchi con la sua storia, le sue regole affascinanti e i suoi protagonisti, intriga da sempre la fantasia degli autori e spesso è stato sfondo o protagonista a storie gialle di mistero e crimine.
Partendo da questi presupposti prende le mosse l'antologia Giallo Scacchi - Racconti di sangue e mistero, uscita da alcune settimane per la casa editrice Ediscere, sotto la curatela di Mario Leoncini e Fabio Lotti.
Il volume raccoglie ventisette racconti di autori italiani più o meno noti, che hanno, ciascuno con le proprie caratteristiche, proposto una storia che unisse gli elementi sottolineati dal titolo: gli scacchi, il giallo e il mistero.
Nel complesso l'idea è buona e può essere una rivisitazione interessante e moderna di tematiche tanto spesso affrontate in particolare dal giallo classico.
Il risultato è un volume corposo e denso, dal costo forse un po' elevato, che pecca però proprio in abbondanza.
Nel complesso, infatti, ventisette racconti sono troppi, il lettore si perde tra le pagine, faticando alla lunga a distinguerli uno dall'altro, per l'utilizzo frequente, da parte degli autori, di spunti spesso simili e di suggestioni che vengono tutte dallo stesso immaginario. Il risultato è che sono pochi i racconti che restano davvero impressi nella memoria e sono quelli che si distinguono per qualcosa in particolare. Merita una menzione il racconto di Sabina Marchesi, Fianchetto di Donna, che con stile pulito e incisivo costruisce un racconto giallo appassionante e originale.
Pelagio D'Afro e Stefano Santarsiere, invece, coi racconti La mossa di Guzmàn e Soluzione finale forniscono una versione alternativa e in chiave scacchistica di alcuni episodi storici.
Pedoni sotto tiro, invece, di Angelo Marenzana dipinge un panorama di guerra, sempre troppo attuale, in cui gli scacchi scandiscono giornate sotto le bombe e i proiettili del nemico.
Infine Non dire niente di Alessandra Arcari è il racconto che più si distacca dagli altri perchè i toni gialli sono pressochè assenti, sfumando piuttosto sul grigio della solitudine e della consapevolezza per qualcosa che non si può più cambiare. Gli scacchi divengono simbolo di un'amicizia, che si raccoglie in alcuni momenti, troppo brevi, ma allo stesso tempo intensi.
Purtroppo la curatela del volume non pare all'altezza dell'ambizioso progetto. A fronte di tanto materiale ci sarebbe voluta un'organizzazione più ragionata e fluida dei racconti, proponendo ai lettori un percorso tra le pagine che potesse valorizzare i punti di forza della raccolta. Inoltre le brevi introduzioni scritte per ogni racconto anticipano troppo i contenuti degli stessi, privando alle volte il lettore del gusto totale della scoperta. Forse la curatela avrebbe dovuto essere più incisiva su altri aspetti e attenta nella proposta di un risultato finale di alto livello.
Nel complesso Giallo Scacchi è un'antologia discreta, che raccoglie alcune perle narative, ma a cui manca quella marcia in più per distinguersi veramente, anche se resta un volume irrinunciabile per chi ama con passione il gioco degli scacchi.
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