Non dimentichiamo…
Non è un giallo ma lo recensisco lo stesso. Troppo bello. E poi ci sono gli scacchi. Lo si capisce anche dal titolo Scacco perpetuo di Icchokas Meras, Giuntina 2007. Siamo nel ghetto di Vilnius dove sono rinchiusi gli ebrei. Storia della famiglia di Abraham Lipman (ma non solo) a cominciare da Isaac. Che deve giocare una partita a scacchi con Schoger, l’aguzzino del ghetto. Se perde sarà male per tutti ma lui resterà in vita; se vince andrà bene per loro ma lui morirà; se infine patta tutti saranno contenti. Dunque la famiglia Lipman: c’è Isaac innamorato di Ester, lei sedici anni, lui diciassette e mezzo. Un affetto puro e sincero fatto di sguardi, di tenere parole. C’è sua sorella Ina, una volta famosa cantante lirica costretta a lasciare la sua arte, c’è Rakel che ha dato alla luce un bambino artificiale, c’è Bassia, ragazza di strada che non accetta l’amore del nemico e la libertà, c’è la storia di Haim che voleva far saltare la Gestapo, c’è la storia di Kasriel che sa della sua debolezza, sa di non resistere ai tormenti di Schoger e si impicca su consiglio del padre, c’è la storia di Janek catturato e poi scappato, c’è la storia toccante di Riva e Antanas che combattono fino all’ultimo uniti dal loro sentimento di amore, c’è la storia della piccola Teibele impiccata a nove anni, c’è la storia di Abraham Lipman costretto a venire ad un accordo con Schoger già accennato e alla fine meglio precisato: se suo figlio vince la partita a scacchi i bambini del ghetto non verranno portati via; se perde resterà vivo ma i bambini saranno presi, se patta vivrà insieme ai bambini nel ghetto. E da tutte queste storie vengono fuori gli orrori più disparati e bestiali verso gli ebrei, le umiliazioni, le punizioni, ma anche la voglia di amore, di essere una persona viva, vera, il desiderio dei prati, dell’aria aperta, dei fiori, di riscatto, di organizzarsi, di diventare partigiani, di resistere. In quel piccolo mondo rinchiuso c’è tutto il male e tutto il bene dell’umanità. E la luna, il cielo, le stelle, la brezza dalle mille dita e la natura tutta a suscitare un’emozione o a dare conforto. Insieme al silenzio del mondo.
E c’è la partita a scacchi come simbolo di riscatto, come lotta fra il giusto e l’ingiusto. Una partita seguita dagli abitanti del ghetto che piano piano si stringono intorno a Schoger. E quando Isaac annuncia la vittoria la stretta diventa mortale. Almeno per una volta giustizia è fatta, anche se questo tipo di giustizia non è contemplato da nostro Signore.
Stile semplice, secco, preciso. Non una parola di troppo, non uno sfogo. Amore e dolore nascono dai fatti stessi, dalle parole e dai gesti quotidiani. E chi vince è in definitiva l’amore “Lo sapete voi tutti come brilla il sole in primavera? Voi probabilmente non lo sapete come brilla. Voi non avete visto il sorriso che illumina il volto di Ester. Il sole in primavera brilla come il sorriso di Ester. E il suo sorriso è radioso come il sole in primavera”.
Non dimentichiamo.
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