Il ritorno di Rouletabille è ormai assicurato. E, con lui, quello di Gaston Leroux (1868-1927), scrittore di inimitabili romanzi polizieschi e gotici noir (Il fantasma dell'Opera, Il mistero della camera gialla, Il profumo della dama in nero, eccetera).
Dopo Arrestate Rouletabille (Giallo Mondadori, n. 2929) è la volta di questo Rouletabille e lo zar. Se il primo è ambientato nella Parigi della Belle Epoque, con tanto di scienziato (genio o ciarlatano?), questo lo è nella Russia zarista, a Pietroburgo, dove l'inviato speciale è ospite del generale Trebassov nell'immensa, labirintica Dacia delle Isole. Trebassov è il classico gerarca russo – spietato e crudele a tratti e, per altri versi, sentimentale – minacciato di morte da un potente gruppo di terroristi nihilisti, circondato da fedeli (o infedeli?) amici e parenti, guardie del corpo, agenti della polizia segreta, attendenti e consiglieri segreti. Anche se la minaccia viene, si dice, dai nichilisti che con un manifesto hanno promesso di uccidere il generale, principale artefice della terribile repressione dei moti rivoluzionari sotto le mure di Presnja, Rouletabille, appena arrivato alla dacia, la pensa diversamente: chi tenta di avvelenare il generale appartiene al gruppo variegato e di certo infido che vi abita.
Il mitico reporter e detective, uno dei più famosi della letteratura gialla, si presenta alla solita maniera: ingannevole aspetto di una ragazzo dalla grande testa tonda, le guance rosee, i capelli ribelli che si sollevano in strane volute sulla fronte, che ha preminente e strana... Ma dentro il "ragazzo" si nasconde un infallibile investigatore (qualche critico sostiene che sia stato superiore a Sherlock Holmes...). Basta leggere in proposito i suoi metodi, pagine 88-104, con l'inseguimento notturno del misterioso individuo che ha cercato di versare il veleno nel bicchiere col sonnifero destinato al generale: "con gli occhi fissi verso l'alto e le mani dietro la schiena", Rouletabille attraversa il grande giardino e poi il bosco impenetrabile, per arrivare sulle rive della Neva, dove senza esitazione, si spoglia e si immerge nelle scure acque scomparendo alla vista del lettore incuriosito, nuotando come un delfino! Ai limiti del bizzarro certo, dove però tutto viene poi ricomposto a furor di logica.
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