Un ritorno sui banchi delle superiori…
Appena ho letto il nome di Giorgio Spini mi è venuto quasi un groppo in gola. Una figura carismatica per il sottoscritto. Autore di un testo di storia per le scuole superiori, sul quale ho studiato per tanti anni, e poi mio relatore alla tesi per la laurea durante i tempi della contestazione studentesca (l’avrò scritto cento volte…). Dove l’ho ritrovato? In uno di quei tomi ponderosi ricchi di scienza e di sapere? In un saggio di una nota rivista storica? In un… Non la faccio lunga. Mi è piombato davanti a pagina sessantadue del Dizionoir Italia-Le origini (1852-1966), a cura di Mauro Smocovich, Delosbooks 2008, come autore di un giallo La bottega delle meraviglie del 1936. Insieme a tanti, ma tanti autori noti e meno noti, a volte sconosciuti, che fanno parte di un nutrito gruppo di schede compilate da Mauro.
In precedenza Massimo Carloni ci ha dato una sterzata sulla Preistoria del giallo italiano dal 1850 al 1960. In seguito ci siamo trovati di fronte a Recensioni di pubblicazioni attuali di romanzi d’epoca tra i quali non perdetevi Il bacio di una morta che la Carolina Invernizio ha sempre il suo discreto fascino.
E poi c’è la selezione di brani curata da Chiara Bertazzoni che ci riportano sui banchi delle superiori. Li segnalo tutti: Fosca di Iginio Tarchetti, Il bacio di una morta di Carolina Invernizio, L’Innocente di Gabriele D’Annunzio, Malombra di Antonio Fogazzaro, La lupa di Giovanni Verga, Canne al vento di Grazia Deledda, Il cappello del prete di Emilio de Marchi, Il marchese di Roccaverdina di Luigi Capuana.
Brani scelti ad hoc, nei momenti cruciali dei vari libri, tra le urla orribili della Fosca, i sentimenti di angoscia e terrore, gli occhi della contessa che si fissano spaventati su quelli del conte, la sepolta viva, il bisogno di una terribile confessione, l’odio e il fascino verso la vittima, visioni, impulsi, istinto, passione (“Ammazzami”, rispose la Lupa, “che non me ne importa; ma senza di te non voglio starci.”), malattie, tosse, vomito di sangue. E morte, morte e morte. Tragica e possente. Con tutta l’atmosfera di inquietudine e mistero che la circonda.
E un brivido ci corre lungo la schiena.
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