Nella città che fu di Chandler e Cain…
“Aprite questo libro e vi troverete nel bel mezzo di un taccuino di viaggio letterario che vi porterà dalle montagne ai condomini segnati dalla povertà, ai barrios e ai sobborghi borghesi, alle grandi residenze dei ricchi e alle coste dell’Oceano Pacifico dove finisce il continente. La gamma di talenti di questa raccolta è elettrizzante e variegata come la città stessa.” scrive Denise Hamilton nella introduzione a Los Angeles noir, Alet 2008. In pratica diciassette racconti incentrati sulla città che fu quella di Raymond Chandler e James Cain. Vale la pena dargli uno sguardo.
Come al solito butto giù alcuni spunti e impressioni senza guardare tanto al sottile. Chi la fa l’aspetti. Un piano che si ritorce contro. Secco, preciso, puntuale nello stile di Connolly. Sfruttamento, vendetta, destino, maledetto destino come nei vinti di Verga, storia di gangster, di fratelli delinquenti, solite belle di turno, solite sparatorie (mah…), ancora chi la fa l’aspetti, e sesso, sfruttamento, tradimento, avvelenamento (tanto per finire in …ento), strani furti di gioielli e la mafia delle pulizie, e poi Danny che si spara addosso e viene sparato, unica luce la figlia, e c’è chi corre dalla mattina alla sera e chi, invece, se ne sta fermo a giocare a poker, vita di tutti i giorni, grigia, monotona, senza senso, la memoria in gioco, ricordi del proprio vissuto, ricordi della città cambiata, e ci sono anche gli scacchi nel racconto di Lienna Silver “Pesce” dove i pensionato trascorrono il loro tempo (anche) spostando pezzi e pedoni, e uno dei personaggi Grigorij Petrov si sente male (e dopo muore) proprio nel momento in cui sta per muovere la Regina (non si capisce di che colore sia), vita, morte, amore, sesso e ancora chi la fa l’aspetti (deve andare di moda) con il solito marito che cerca di fuggire dalla moglie con una ragazza più giovane e si becca la solita fregatura, ancora sesso e un morto ammazzato da far sparire, e la verità che viene a galla proprio all’ultimo rigo (“Questione di famiglia”), e uccisioni, uccisioni e uccisioni, il rimpianto di una vita sprecata e la Los Angeles vecchia e nuova e i soliti schizzi di fango e di merda che ti piovono addosso.
Un bel libro ma ora i racconti incominciano ad essere tanti ed è sempre più difficile creare qualcosa di nuovo e di diverso.
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