Io odio gli sterrati in zona industriale, ti riempi di polvere e scivoli ogni due passi. E la ghiaia scricchiola proprio quando non dovresti far casino. Ovviai cercando di camminare sulla striscia di erba pestata e polverosa che correva in mezzo a quella specie di pista per tir.
Sembrava non ci fosse nessuno, così mi fermai e cercai di ascoltare.
Dio ci ha dato le orecchie, diceva papà mio, caspita, usiamole. Solo che lui non diceva caspita.
Un accendino, qualcuno aveva fatto scattare un accendino e se puntavo gli occhi, laggiù potevo vedere la fiamma rossa di una sigaretta, ombre, una due tre, cinque forse, ma non ero sicura. Perché non ero mai sicura? Perché non tornavo sulla superstrada ad aspettare la polizia? Quello era sicuro. Perché non andavo a indagare su Palmiro Pecchioli e non mi trovavo uno straccio di marito? Quello era sicuro.
Sei nera di paura, coccola.
Vai a farti fottere, papà.
Mi inginocchiai dietro a una pila di copertoni e aspettai, avrebbero parlato prima o poi, no?
– Non me ne frega niente, con me non esiste la forza maggiore, con me esistono i soldi e basta.
– Ti abbiamo spiegato.
– Se tua sorella è una puttana non me ne frega un cazzo. Quella che avete usato era roba mia, come minimo me la dovete pagare e a prezzo di mercato.
Mi sporsi con attenzione e vidi che erano proprio cinque, due da una parte, Driss e Nabil, immaginai e tre dall'altra, arrabbiati come commercianti truffati.
– Sono tanti soldi, non li ho.
– Trovali.
– Ti abbiamo spiegato.
– Ripeto, cazzi tuoi.
Quello che avevo individuato come Driss si girò nervoso verso il compagno e mormorò qualcosa in arabo.
– Parla che ti possa capire, non nella vostra lingua di merda – un vero signore.
– Mi ha chiesto dove possiamo trovare i soldi – Nabil aveva una bella voce da uomo pericoloso – e io credo di saperlo.
– Buon per voi, non avete molto tempo.
– Quanto?
– Tre giorni.
– Va bene – Nabil sembrava molto più sicuro e rilassato di suo cognato, – forse riesco a farteli avere anche prima.
– Non strafare con me, coglione, potresti pentirtene.
Rimasero tutti zitti per un po'.
– Non vi sembra esagerato mettervi nei guai per una troia e un frocio?
Secondo me sì, si stava esagerando.
– Bene, signori, penso proprio sia il caso che aspettiamo tutti insieme la polizia. Con le mani in alto, se non vi dispiace.
Mi salvò l'effetto sorpresa, credo, non se l'aspettavano di vedere una perfetta sconosciuta uscire da una pila di pneumatici, con una pistola in mano e l'aria arrabbiata.
Uno dei due tirapiedi silenziosi tirò fuori il coltello, ma io ho sempre avuto una buona mira e glielo feci saltare dalla mano, anche quello mi salvò, credo.
Mi salvò soprattutto Catia che arrivò con la polizia e mi piombò addosso facendomi cadere, perché Driss aveva una pistola pure lui e io ero distratta dal coltello e il proiettile mi avrebbe ammazzata di sicuro e invece me la cavai con le ginocchia sbucciate.
– Tu sei matta! – mi strillò Catia, con gli occhi fuori dalla testa – Quel povero ragazzo è quasi morto dall'ansia! Perché non pensi a chi ti sta intorno? Perché non ragioni cinque minuti? Perché vuoi sempre fare di testa tua?
Mi sciolsi con una certa difficoltà dal suo abbraccio e mi girai a guardare Driss e Nabil in manette. C'era ancora una cosa che dovevo fare.
– Perché? – cercai la risposta negli occhi di Driss.
– Era solo una checca che metteva idee a mia sorella.
– Splendido.
– Chi ci pensava che importava a qualcuno? Era solo una checca di merda.
– Al suo compagno, interessava. Ai suoi amici, interessava. A Najat. La vedi quella con la faccia da vigile? Interessava anche a lei. E a me, interessava a me – mi accorsi che stavo gridando e tirai un respiro per calmarmi. – A me interessava e tu ti sei messo contro la persona sbagliata, che è sempre una fesseria, diceva papà mio.
Catia mi trascinò verso le macchine. Illuminato dai fari vidi Pablo che mi fece un timido cenno di saluto tirandosi disperatamente la barba.
– Sto male.
– Lo so – sospirò Catia, – ma dopo ti passa.
– Non mi passerà mai più.
– Ascolta, li hai presi, questo è importante. Hai detto che li prendevi e li hai presi. E pensa a Najat, potrà studiare, avere una vita come vuole lei, pensa che hai fatto anche questo.
– Vado da Paddy.
– Vai a casa.
– Da Paddy.
Catia mi infilò nella macchina di Pablo e tirò su col naso.
Aggiungi un commento
Fai login per commentare
Login DelosID