Avviluppatissimo è un tantino noioso esercizio di stile firmato da Sir Anthony Hopkins che con Slipstream - Nella mente oscura di H., sua seconda regia, indaga sì a modo suo ma anche in un altro modo che ricorda molto anzi moltissimo il David Lynch degli ultimi anni, le pieghe e gli anfratti di una mente, quella dello sceneggiatore Felix Bonhoffer interpretato da Hopkins stesso.
Inizio assai confuso ed allora non rimane altro che rifugiarsi in quelle quattro righe lette sul film. Quando le cose si fanno un po’ più chiare, ci si ritrova dalle parti del cinema nel cinema (8 ½), con una troupe cinematografica che in piena lavorazione si trova a dover fare i conti con la morte di uno dei protagonisti. Che fare visto che “the show must go on”? La soluzione è convocare Bonhoffer sul set per riscrivere il film contemplando la nuova situazione. Bonhoffer arriva o forse no, perché potrebbe anche darsi che se ne stia nel suo studio a scrivere una sceneggiatura dove una troupe impegnata a girare un film si ritrova a fare i conti con la morte di uno dei protagonisti...
Questo è quanto. Sul come il tutto viene riversato sulla platea va detto che le battute si ripetono, i colori cambiano a vista (fotografia di Dante Spinotti), i salti logici abbondano, la televisione, o meglio chi vi è dentro, interloquisce con lo stesso Bonhoffer. Da segnalare anche un tizio che in pieno ingorgo automobilistico esce dall’auto e comincia a sparare a destra e sinistra urlando “ci siamo persi il copione, ci siamo persi il copione!!” (una traccia?).
Comunque la si voglia vedere una bella sfida, soprattutto inaspettata (perché chi se la sarebbe aspettata da Hopkins?).
Nota di servizio: la copia che circola nelle sale è su DVD (comunque l’avviso, bontà loro, c’è…).
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