Un groviglio di rapporti familiari, un intrecciarsi di rancori ed interessi, il tutto sullo sfondo della società bene romana. Questo è lo sfondo su cui si ambienta l’ultima indagine del Commissario Marè, l’indolente ex-questurino creato dalla penna di Mario Quattrucci. Nell’ultimo romanzo della serie dedicata al poliziotto romano, E’ normale, commissario Marè, pubblicato dalla Robin edizioni nell’ormai famosa collana I luoghi del delitto, l’attempato investigatore dovrà indagare sulla scomparsa di Savino Manieri noto industriale del settore aeronautico, e sul torbido giro di interessi legato alla sua “presunta eredità” contesa da un figlio spregiudicato, una seconda moglie determinata e da un nugolo di parenti serpenti.
La scrittura di Quattrucci è sempre godibile e fresca e rifuggendo gli schemi del thriller d’azione costruisce un giallo attento e pacato giocato sul ritmo della vita romana, fatto di colloqui, deduzioni e confidenze, in cui i pezzi della vicenda si vanno, pagina dopo pagina, avvicinando fino a ricomporre l’intricato mistero di una sparizione annunciata.
I dialoghi sono attenti e intriganti, l’intera vicenda, compresa in un numero di pagine più stringato rispetto alle precedenti indagini del nostro Marè, assume una maggiore coesione e scivola via cadenzata e attenta, come un meccanismo ben oliato.
Su tutti i comprimari che accompagnano Marè nella sua indagine, in quest’occasione spicca su tutti Gilberto Canale, detto Comandante Gil, ex-mercenario, legato ai servizi segreti, uomo dal passato e dal presente torbidi ed equivoci, che comunque non riescono ad attenuare una certa dose di fascino letterario della figura. Forse per la prima volta nei romanzi di Quattrucci si è trovata una degna nemesi del Commissario Marè, un uomo elegante e spietato pervaso della stessa calma indolente del Commissario. Due uomini che ne hanno viste troppe per potersi ancora stupire di nulla!
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