Vi sono dei delitti, degli omicidi che cambiano l'intero corso della storia, che modificano il volto stesso dell'umanità e fra questi non può non ricomprendersi l'omicidio di Giulio Cesare, le cd. Idi di Marzo. L'assassinio dell'uomo più potente di Roma e del mondo intero da parte di coloro che vedevano in lui una minaccia per una repubblica destinata comunque a cadere di là a poco, ha ispirato da sempre poeti, scrittori, pittori, registi, tutti sono rimasti coinvolti dal fascino della vicenda, dalla grandezza della figura di Cesare e anche da quella del più improbabile dei suoi carnefici, il figlio adottivo Bruto.
E proprio a tale affascinante e tragica vicenda è dedicato il saggio Le congiure parallele (sottotitolo: Il doppio inganno delle Idi di Marzo) di Vincenzo Ciampi, da poche settimane nelle librerie italiane, pubblicato dalla Robin edizioni nella collana I Libri Saggi.
Si tratta di un saggio che, indagando i possibili retroscena di uno degli omicidi più celebri della storia, ne ribadisce l'immutata attrazione e si pone un interrogativo irrisolto: come è possibile che Giulio Cesare sia stato abbattuto nel momento in cui mai era stato così forte, e mai così deboli i suoi avversari? L'uccisione di Cesare fu un omicidio politico del quale il principale movente resta quello che anche i contemporanei conoscevano: l’eliminazione di un uomo che aveva raggiunto troppo potere, ponendosi al di sopra della tradizione, e illudendosi di compiere un gesto non criminoso, ma eroico.
Vincenzo Ciampi è nato a Napoli nel 1955, vive a Roma da sempre. Ha lavorato come giornalista e dirigente d'azienda. Con la Robin edizioni ha pubblicato nel 2005 il romanzo Mio cugino il fascista, con il quale è arrivato secondo al Premio letterario Primo romanzo, della città di Cuneo.
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