Nessuna qualità agli eroi, opera due di Paolo Franchi (opera uno La spettatrice), è senza dubbio il film più sbertucciato in circolazione. Accolto malamente a Venezia 2007 dove era in concorso, inizia ora il suo viaggio nelle sale. C’è più di qualche ragione per farsi tediare dalla storia, storia che ha inizio con le ambasce di Bruno (Bruno Todeschini), quarantenne che una rara forma di sterilità condanna alla non procreazione. Ha inizio così la fase di gestazione di un dolore che spende e spande incertezza esistenziale tutt’attorno con il coinvolgimento in prima battuta della moglie di Bruno, un’angelica Anna (Irène Jacob), e in seconda Luca (Elio Germano). Quest’ultimo altro non è che il figlio illegittimo del banchiere con il quale Bruno ha contratto un debito di quelli da far paura. Regia: macchina fissa oppure impegnata in complessi movimenti, suoni striduli che emergono non si sa da dove, attori spesso impegnati a togliere tutto il possibile quanto ad espressività tranne quando improvvisi amplessi accorciano le distanze tra loro, fermo restando il dolore e la fatica con la quale comunicano. Da segnalare una deriva thriller (chi ha ucciso il banchiere usuraio padre di Luca?) la cui soluzione, in linea con il film, è assai incerta.
Questo breve resoconto lascia il tempo che trova, né più né meno come il film che sembra fatto apposta per essere preso in giro. Certo gli nuoce la pesantezza dell’insieme, l’aria da opera che vuole viaggiare alta, così alta da essere appena visibile e anche quando si abbassa rimane in larga parte indecifrabile.
Ciò non toglie che siamo qua anche per misurarci con film così…
Buona visione, a chi vorrà…
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