- Sire, non ne possiamo più. Anche il nostro Re Nero è pronto all’azione con tutto il suo esercito. - disse Alfiere in maniera alquanto concitata, asciugandosi la fronte con un lembo del mantello per la lunga cavalcata che lo aveva portato dal castello del Re Nero a quello del Re Bianco.
- Non ha un minimo di rispetto per le regole… -
- Non le conosce! - Sbuffò Cavallo impennandosi e facendo scuotere la bella criniera bianca. – Non sa muovere. Una volta mi ha mandato a sbattere perfino contro Pedone. Fortuna che non è morto. -
- È vero. - piagnucolò Pedone che teneva ancora il braccio destro ingessato e si sosteneva su una stampella, mentre gli altri sette compagni lo confortavano.
- Non conosce niente! Non sa niente! La sua strategia è fallimentare. Suicida, semplicemente suicida. - Rumoreggiò Torre facendo rintronare l’ampia sala bianconera del palazzo. –
- Ci manda allo sbaraglio senza alcuna copertura. Di questo passo ogni scontro sarà per noi un macello. – sentenziò asciutto Alfiere Bianco.
- È solo uno stupido. Un miserabile stupido che mette a repentaglio la credibilità della nostra tradizione! - Strillò la Regina Bianca alzandosi per un attimo dal trono regale.
Poi scese il silenzio. Il Re Bianco alzò lo scettro dorato e disse: - Sia fatta giustizia. -
Il corpo senza vita di Gigi Broccolo, la schiappa più schiappa di tutti i giocatori di scacchi della città di Siena, fu trovato il giorno dopo dalla donna delle pulizie seduto al solito tavolo da gioco davanti alla sua scacchiera. Con il volto orrendamente tumefatto e rigato di sangue. Così come rigati di sangue erano tutti e trentadue i pezzi degli scacchi bene ordinati al loro posto. Il mistero non fu mai risolto.
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