Parte un nuovo e ambizioso ciclo di storie di Stefano Di Marino, un lavoro in tre parti con il titolo collettivo Montecristo. Definisco ambizioso questo lavoro non solo per il respiro ampio degli eventi narrati in questo romanzo ma per la sensazione di sottofondo, estesa a tutta la lettura, di serie infinite di scatole cinesi dove via via si snodano tutti i fatti collegati alla vicenda principale.

Il lavoro di documentazione e di analisi svolto a supporto di questo romanzo è imponente, al punto da rendere "più vere del vero" anche le estrapolazioni fatte dall'autore rispetto alla realtà attuale delle cose in Italia e in Europa. In questo senso si può tranquillamente parlare di un lavoro con aspetti sociologici e psicologici.

I fatti sono ambientati in una situazione di partenza che ricorda moltissimo la realtà attuale del nostro paese, i personaggi principali sono perfettamente plausibili e/o inseribili nel contesto sociale e politico che tutti noi viviamo ogni giorno.

Le coordinate di base sono quelle del grande romanzo di avventura. Passioni forti, personaggi con una psicologia ricca e complessa, contrapposizioni aspre sia nel campo dei "buoni" che in quello dei "cattivi", labilissimi confini tra i due campi testé citati. Il ritmo dell'azione e degli avvenimenti è frenetico, la rappresentazione delle scene "forti" quasi parossistica. L'energia è una costante di questo lavoro, al punto da togliere il fiato al lettore.

Come il titolo lascia intuire, ci sono riferimenti rispettosi e non didascalici al lavoro di Dumas. Diventa quindi un gioco all'interno della narrazione scoprire come sono stati estrapolati, evoluti e strapazzati questi riferimenti. Ad ogni lettore quindi la possibilità preziosa di vedere in questa chiave il "suo" Montecristo.

C'è spazio in tutto questo anche per una sorta di crossover. Ritroviamo il Calarno creato da Sergio Altieri (che partecipa in minima parte nell'introduzione) come personaggio importante nel romanzo, scopriamo quanto terreno in comune abbiano questi due notevoli scrittori.

Dopo Ora Zero e Sole di Fuoco, dopo Gangland e Colori di guerra su Segretissimo, arriva questo ciclo che mostra al di là di ogni dubbio quanto spazio Di Marino abbia ancora per evolvere le sue già notevoli doti di narratore.

Trecento pagine di alto livello, una vera e propria rarità nel quadro spesso desolante dell'editoria italiana: un primo capitolo assolutamente ottimo per una trilogia che non finirà di stupire e colpire. Colpire duro.