"I Servizi condividono con Dio una qualità e ne differiscono per un’altra: come Dio sanno tutto, a differenza di Dio non hanno creato niente".
Questa è una recensione preparatoria, una lampada scialitica accesa sul corpo letterario di un autore, una piccola nota anatomopatologica su Giuseppe Genna, conosciuto dal sottoscritto soprattutto per la sua presenza in rete (Carmillaonline.com, fra i tanti): un personaggio capace di interventi finissimi quanto intricati, un tipo con una capoccia grande così, si direbbe. Uno che mi fa paura.
Recensione preparatoria perché è comparso sugli scaffali un librone nero con sopra un faccia baffuta, Hitler; un romanzo che si annuncia "totale". La tentazione di comprarlo all’istante è stata fortissima. Ho resistito. Genna non lo conosco, mi sono detto; così ho recuperato dal "non letto" della mia biblioteca Nel nome di Ishmael.
E com’è dunque, il Genna scrittore?
Una randellata sui denti, in senso positivo, si intende (ammessa la positività del gesto). E cioè diretto e profondo come un ago di cinquanta centimetri che dall’apice craniale si infila nel cuore. Il contrario di quello che ci si aspetterebbe. La prosa di Genna non si compiace di se stessa, scava, incide, esplora i personaggi. Li fa sanguinare.
Ishmael, ovvero il complotto, la Grande Presa Per il Culo. Un romanzo sospeso tra spy, thriller e noir. "Un noir italiano veramente nerissimo", scrive Valerio Evangelisti. E sottolineo l’aggettivo "italiano" non come etichetta luccicante ma come chiave di lettura del romanzo. L’italianità che rimanda a un territorio geografico e del nostro immaginario, così come al ruolo del nostro suolo sullo scacchiere della politica internazionale.
Cos’hanno a che fare Henry Kissinger ed Enrico Mattei?
Ishmael, Ishmael, Ishmael.
Chi è Ishmael? Un oscuro demiurgo, un'ipotesi stranamente giustificata.
Certo, è solo un romanzo, però sfagiola parecchio il cervello.
Grandi aspettative quindi per Hitler, (prossimamente da queste pagine sul vostro schermo).
Concluderei con una nota di Evangelisti su questo romanzo, sibillina, datata 2002: "Nel nome di Ishmael difficilmente sarà un bestseller, in Italia, come avrebbe forse voluto l'editore prima che lo slancio commerciale lo abbandonasse. Rimarrà però come un fardello ingombrante e molto inquietante sulla via tortuosa della nostra attuale narrativa. Sarà dimenticato e riletto, perduto e riscoperto. Perché così vuole Ishmael, cui tutti dobbiamo obbedienza".
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